Politica

Darfur, Amnesty: «Onu non rimandi indagini sui criminali»

L’organizzazione per i diritti umani denuncia: «Il Consiglio di Sicurezza è pronto a differire di 12mesi i procedimenti giudiziari del Tribunale penale Internazionale. Così si aiutano i colpevoli»

di Redazione

Amnesty International ha chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di respingere le iniziative volte a differire di 12 mesi le indagini e i procedimenti giudiziari del Tribunale penale internazionale (Icc) sui crimini commessi in Darfur. Il differimento, sottolinea l’organizzazione per i diritti umani, potrebbe essere rinnovato ogni anno, anche a tempo indeterminato.

Dopo che, due settimane fa, il procuratore capo dell’Icc aveva chiesto l’arresto del presidente del Sudan, Omar al Bashir, l’Organizzazione della conferenza islamica, la Lega degli Stati arabi e l’Unione africana hanno sollecitato il Consiglio di sicurezza a votare il differimento, sulla base dell’art. 16 dello Statuto dell’Icc, da sempre criticato da Amnesty e meglio noto come Statuto di Roma. La richiesta di differimento potrebbe riguardare il caso specifico del presidente al Bashir o estendersi a tutte le indagini condotte dall’Icc in Darfur.

Il governo del Sudan può contestare l’ammissibilità della giurisdizione dell’Icc in altri modi, che non favoriscano l’impunità. Secondo l’art. 19 dello Statuto di Roma, gli imputati o il loro governo possono contestare la giurisdizione dell’Icc sulla base del fatto che le persone incriminate dall’Icc saranno processate da tribunali nazionali. A quanto pare, il governo sudanese avrebbe accolto l’occasione.

Il differimento di 12 mesi delle indagini e dei processi potrebbe avere un impatto disastroso sull’azione dell’Icc e costituire un precedente per ogni situazione su cui il procuratore stia svolgendo indagini. Lascerebbe inoltre il Consiglio di sicurezza in balia di un ricatto permanente del Sudan, che potrebbe dar luogo una serie di misure di ritorsione, come la ripresa delle ostilità, il giorno in cui il Consiglio di sicurezza non intendesse prorogare ulteriormente il differimento.

Amnesty International ha definito vergognoso il fatto che quasi la metà degli Stati membri del Consiglio di sicurezza, compresi Stati che hanno ratificato lo Statuto di Roma e che notoriamente si vantano di sostenere soluzioni che pongano fine alla crisi del Darfur, abbiano minacciato di opporsi al rinnovo dell’Unamid se la relativa risoluzione non prevedrà il differimento.

Nel corso dell’ultimo anno, Amnesty International ha più volte espresso la propria preoccupazione per l’incapacità della comunità internazionale di assicurare il pieno dispiegamento dell’Unamid e la fornitura di tutte le risorse necessarie per proteggere i civili.

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