Formazione
Darfur, allarme dell’Unhcr: “Catastrofe vicina”
Guterres: "la violenza e la sensazione di impunità sono divenute nuovamente dei fatti quotidiani"
di Redazione
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, António Guterres, ha informato ieri il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che la situazione nella regione del Darfur, nel Sudan occidentale, è peggiorata nel corso degli ultimi sei mesi e ha annunciato un’imminente “catastrofe ben più terribile”, se la comunità internazionale non adotterà misure forti in tempi brevi.
“Oggi, la violenza e la sensazione di impunità, mai completamente scomparse, sono divenute nuovamente dei fatti quotidiani in Darfur. Al personale umanitario viene impedito di raggiungere gli sfollati e tutti coloro che regolarmente aiutano”, ha dichiarato Guterrres durante il suo discorso davanti ai quindici membri del Consiglio di Sicurezza.
Ha inoltre sottolineato come la violenza si sia ormai diffusa anche al di là della frontiera sudanese con il Ciad. Venerdì scorso dei ribelli armati hanno rapito dei rappresentanti governativi e hanno attaccato il villaggio di Guéréda, dove l’Agenzia delle Nazioni Unite assiste più di 25mila rifugiati sudanesi.
“La comunità internazionale potrebbe trovarsi di fronte ad una catastrofe in Darfur” ha dichiarato António Guterres, il quale aggiunge che “per evitarla è necessario da una parte adottare delle misure forti e dall’altra l’impegno totale dell’Unione Africana e delle Nazioni Unite. Se falliremo * e quindi non verrà fornita alcuna protezione fisica a chi ha bisogno di aiuto * corriamo il rischio di una catastrofe ben più grande di quella a cui abbiamo assistito fino ad ora”.
Martedì l’UNHCR aveva fatto sapere che circa 800 sudanesi provenienti dal Darfur erano arrivati a gennaio in uno dei suoi campi nel Ciad orientale, sottolineando il deterioramento della situazione della sicurezza.
Sebbene valuti attentamente la situazione in Africa, Guterres parlando al Consiglio di Sicurezza si è detto convinto che la situazione nell’est del Sudan, nonostante passi sotto silenzio, si stia anch’essa “degradando costantemente”. Ha avvisato che gli ultimi sviluppi in loco erano strettamente legati alla situazione di tensione tra le vicine Etiopia ed Eritrea. Nel corso dell’ultimo anno migliaia di rifugiati eritrei sono scappati verso il Sudan e l’Etiopia, ha aggiunto, e il deterioramento delle relazioni tra questi due paesi costituisce un reale rischio di spostamenti di massa della popolazione”.
“Nel sud del Sudan esistono solo 14 km di strada asfaltata, nessuna scuola e nessun ospedale e le istituzioni pubbliche sono poco presenti sul territorio” ha dichiarato. “* É assolutamente necessario fornire un grande supporto economico e politico, senza aspettare che tutto funzioni e che tutte le condizioni poste siano soddisfatte. In caso contrario potrebbe essere troppo tardi”.
António Guterres ha fornito al Consiglio di Sicurezza altre informazioni riguardanti zone che vivono tensioni. Tra di queste figurano la repubblica Democratica del Congo, dalla quale la scorsa settimana sono fuggite circa 20mila persone per attraversare la frontiera ugandese; la Costa d’Avorio, dove sempre la settimana scorsa gli uffici dell’UNHCR e di altre Agenzie delle Nazioni Unite sono stati attaccati e distrutti; e la Repubblica Centrafricana, dove la proliferazione dei gruppi armati e lo stato generale di anarchia nel nord del paese hanno costretto migliaia di persone a fuggire in Ciad o in Camerun.
Guterres ha comunicato al Consiglio che nel periodo che segue le crisi, durante il quale i rifugiati rientrano nel loro paese, l’incapacità di assicurare una transizione per passare dall’emergenza allo sviluppo senza grandi difficoltà, è uno dei fallimenti più ricorrenti della comunità internazionale”.
Ribadendo le sue idee iniziali sulla fragilità della situazione Sudan meridionale, António Guterres ha aggiunto: “il ritorno massiccio di popolazioni è difficile da prolungare nel tempo se lo sviluppo rallenta e l’instabilità invece aumenta. Senza le risorse necessarie allo sviluppo, alla ricostruzione delle istituzioni e alla riconciliazione, le società possono disgregarsi, i conflitti latenti possono risvegliarsi e i civili possono essere costretti a doversi spostare nuovamente”.
Guterres ha approvato la recente decisione di creare una Commissione di consolidamento della pace, specificando che si tratta di uno degli avvenimenti “più importanti” del 2005.
“Solo una piccola parte dell’attenzione e delle risorse della comunità internazionale viene destinate generalmente alla ricostruzione delle società devastate da guerre e violenza”, ha sottolineato.
Evidenziando la complessità dei flussi misti di rifugiati e dei migranti economici, António Guterres ha sottolineato la recrudescenza recente e tragica dei decessi di persone che attraversavano il golfo di Aden partendo dalla Somalia verso lo Yemen, così come quella delle persone che muoiono tentando di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa.
“Proteggere l’asilo significa che noi dobbiamo essere in grado di identificare, tra questi flussi misti, chi ha un reale bisogno di protezione” ha detto, ” riuscire a trovare queste persone diventa sempre più difficile, dal momento in cui il numero di persone e i rischi che esse sono disposte a correre aumentano”.
L’Alto Commissario dell’UNHCR ha chiesto misure energiche e mirate contro la tratta ed il traffico di esseri umani, ma ha anche attirato l’attenzione sull’aumento dell’intolleranza nei paesi d’asilo, indicando che essa costituisce una delle maggiori sfide che l’UNHCR si trova a dover affrontare.
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