Cultura

Dare un futuro alle architetture incompiute

Sono oltre 750 le opere pubbliche non finite disseminate sul territorio italiano. Un’associazione le ha mappate, per ribaltare la prospettiva e cercare possibili valorizzazioni. E ha lanciato una campagna di crowdfunding per pubblicare il catalogo di quest’Italia incompiuta

di Matteo Riva

Nel 2007 il grande fotografo Gabriele Basilico venne invitato dal collettivo Alterazioni Video a Giarre, in provincia di Catania, per fotografare le opere incompiute della città che era stata eletta a capitale dell’architettura incompiuta in Italia. Le immagini vennero poi pubblicate sulla rivista Abitare, ebbero la forza di elevare le opere pubbliche incompiute a monumenti, contribuendo alla definizione dello stile “Incompiuto”. Due anni dopo, sull’onda dell’attenzione suscitata da quella prima esperienza, per iniziativa di Alterazioni Video, Claudia D’Aita e Enrico Sgarbi era nata un’associazione, Incompiuto Siciliano, che intende promuovere lo studio e la catalogazione di questo stile che caratterizza oggi così profondamente il paesaggio italiano e quello siciliano in particolare.
Uno stile incompiuto che è paradigma interpretativo dell’architettura italiana dal secondo dopoguerra fino ad oggi.


L’associazione ha promosso l’osservatorio nazionale sul fenomeno delle architetture pubbliche incompiute (più di 750 opere su tutto il territorio italiano, 350 in Sicilia). Ma nel tempo ha anche elaborato autonomamente o su incarico di enti pubblici ed organismi privati, studi, ricerche, piani di fattibilità e progetti sulle opere incompiute. Incompiuto siciliano è un progetto controcorrente che si propone di ribaltare la prospettiva, provando a guardare con occhi diversi a questi monumentali “fallimenti” architettonici, per esaminarne le possibilità di valorizzazione. Come recita il Manifesto di Incompiuto Siciliano «le opere pubbliche incompiute sono un patrimonio artistico-culturale e in quanto tale divengono possibili promotori di un’economia locale al pari di altri siti storici del nostro territorio». Quindi il programma è "valorizzare" piuttosto che distruggere. E poi studiare e promuovere la ricerca sul fenomeno per combatterlo e prevenirlo. Si legge sempre nel Manifesto: «L’incompiuto attiva il processo per un nuovo progetto: aperto, dagli esiti imprevedibili, carico di potenziale inespresso».Nelle settimane scorse l’associazione ha lanciato una campagna di crowdfunding per pubblicare il primo volume che raccoglie le ricerche sin qui realizzate, dal titolo “Incompiuto – La nascita di uno Stile”, realizzato con Fosbury Architecture e con Antonio Laruffa.

Il libro, che sarà realizzato in collaborazione con la casa editrice Humboldt Books, e che si avvale del contributo di autori di prestigio internazionale, conterrà anche la prima mappatura fotografica di tutte le Opere Pubbliche Incompiute in Italia. Un insieme di immagini, disegni, mappe e dati che definiscono la natura di queste architetture: la loro storia, fenomenologia ed estetica. Il volume vuole restituire l’immagine completa di un fenomeno, sebbene molto discusso, che ha inciso profondamente nella storia del nostro Paese. Obiettivo della pubblicazione è di invertire da segno negativo a segno positivo la percezione di questi oggetti e superare la sensazione di sconfitta che esse comunicano.

La campagna di crowdfunding, lanciata il 17 aprile sulla piattaforma di Kickstarter, sta raccogliendo ottimi riscontri e starà aperta sino a fine maggio. In contemporanea con la campagna di crowdfunding è stata organizzata anche una mostra negli spazi della galleria Studio Guenzani di Milano.

Immagine di copertina: Stadio da Polo, Gabriele Basilico, Giarre (CT), 2007

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