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danza con il nemico, e potrai guardarlo negli occhi
Urs Stauffer, maestro di Contact Improvisation
di Redazione
Persone che «non si toccherebbero mai», giovani musulmani di origine turca e greci ortodossi di Cipro hanno partecipato a un laboratorio di ballo che richiede contatto reciproco.
«Il momento più difficile? Quando ho chiesto loro di guardarsi fisso in viso, prima di iniziare gli esercizi insieme. Temevo che il progetto fallisse.
Ma poi è successo qualcosa…»di Nadra Ben Fadhel
Urs Stauffer, di nazionalità svizzera. Insegna danza a livello internazionale. Si forma in Body-Mind Centering® e soprattutto in Contact Improvisation; ha un diploma in Pedagogia curativa e in Bodywork & Movement Therapy.
Yalla Italia: Perché ha proposto la Contact Improvisation come strumento di comunicazione per il suo progetto?
Urs Stauffer: Spesso definisco in questi termini il mio lavoro con la Contact Improvisation: “Improvisation” è trovare soluzioni in tempo reale e “Contact” è insieme. Quindi “Contact Improvisation” è trovare insieme soluzioni nel momento presente. La Contact Improvisation è una forma di movimento nata negli Stati Uniti nel 1972, in un periodo di grandi cambiamenti sociali, politici e culturali all’interno del Paese. Intendo questo tipo di danza come un approccio fisico che non ha alcuna ambizione a rappresentare forme piacevoli per un pubblico, ma che si basa principalmente sull’esperienza che vivono i partecipanti durante la pratica. Il suo fondatore, Steve Paxton, ha sempre difeso l’idea di non formalizzare questo tipo di danza ma piuttosto di responsabilizzare le persone che la praticano perché rimanga sempre una forma di espressione personale. Col tempo ho capito che il corpo è il nostro più grande maestro e che ciò che viviamo attraverso di lui ci lascia sempre delle tracce, delle impressioni, molto prima di quando si inizi a riflettere o a ragionare, prima ancora di nascere. Nei miei corsi dedico sempre maggiore attenzione ai liquidi presenti nel nostro corpo. Questi costituiscono più della metà della nostra massa corporea e veicolano gran parte dei nostri sentimenti ed emozioni. Il legame tra “emotion”, emozione, e “motion”, movimento, è evidente. Bisogna comprendere che qualsiasi cambiamento non può che avvenire attraverso il movimento. Dobbiamo anche riflettere sul fatto che per l’essere umano l’equilibrio non è mai qualcosa di statico ma un movimento continuo. Il movimento è sinonimo di vita. Quando il movimento cessa, si ha la morte.
Yalla Italia: Come è nata l’idea del progetto a Cipro?
Stauffer: Per il mio lavoro ho sempre viaggiato molto e mi sono sempre molto appassionato alle diverse realtà delle popolazioni che ho incontrato. Dal 1989 al 1991 ho abitato a Berlino, vivendo il muro in prima persona, ma anche la sua caduta e le enormi difficoltà che ha causato alla popolazione locale. Un giorno ho letto in una rivista di un progetto realizzato a Cipro fra le sue due comunità, quella greca e quella turca. Ho scritto alla responsabile e abbiamo deciso di dar vita insieme a un nuovo progetto. Mi dicevo che la natura della Contact Improvisation poteva essere lo strumento per far vivere a quelle persone un’esperienza che dimostrasse loro coi fatti che anche “quelli dall’altro lato del muro” sono esseri umani, con un corpo e un’anima. Avrebbero potuto aiutarsi a trovare delle soluzioni negli esercizi di espressione e di improvvisazione, e certamente cogliere le analogie con la loro quotidianità.
Yalla Italia: Qual era lo scopo di questo progetto?
Stauffer: Nel mio lavoro non amo parlare di scopi. Ma diciamo che l’idea di partenza era quella di offrire alle persone delle due comunità cipriote uno spazio per incontrarsi e letteralmente entrare in contatto, se si sentivano pronte. Mi sembrava di aver colto che molte persone lo desiderassero ma che mancassero le occasioni per provarci senza essere giudicate. Bisognava anche dar loro dei mezzi semplici per poterlo fare, senza colpevolizzare nessuno a priori e mettendo in risalto le somiglianze, per poter successivamente accettare le diversità. Concretamente nella Contact Improvisation le persone sono in contatto fisico e si aiutano a compiere dei movimenti che da soli non riuscirebbero a fare. In questo progetto ho lavorato con persone che normalmente non si toccherebbero mai, giovani musulmani di origine turca e greci ortodossi. Un notevole vantaggio veniva dalla lingua in cui si svolgeva il corso, l’inglese, quindi una terza scelta accessibile a tutti.
Yalla Italia: Ci sono stati momenti di tensione durante il progetto?
Stauffer: Per gli ultimi esercizi ho chiesto che iniziassero guardandosi negli occhi, prima di “fare” qualsiasi altra cosa. Era un momento decisivo. Mi ricordo che sembrava non capissero ciò che gli avessi chiesto, e avevo la netta sensazione che tutto il lavoro fatto fosse gravemente in pericolo. Mi vennero le lacrime agli occhi e mi dissi che tutto era finito, soprattutto in un contesto dove – non importa da che lato del muro – un uomo non deve piangere se vuole mantenere la sua credibilità. Eppure credo che siano state proprio le mie lacrime che hanno convinto quelle persone a provare ciò che avevo chiesto. Lo dico perché non smetterò mai di sostenere che il nostro corpo tende a essere nel giusto, se solo lo lasciamo parlare.
Yalla Italia: Quali risultati pensa di aver ottenuto?
Stauffer: Credo che per le persone che hanno partecipato sia stata un’esperienza forte e bella, questo è quanto testimoniano i molti messaggi che ho ricevuto in seguito. Bisogna aggiungere che all’inizio del 2006 la tendenza fra i più giovani era verso la generale riconciliazione tra ciprioti. Mi sembrava che avessero solo bisogno di qualcuno che credesse in questa evoluzione e che desse loro un terreno per poter sperimentare. Mi auguro che quei ragazzi continuino a vivere e a diffondere il messaggio di tolleranza.
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