Sostenibilità

Danni da fumo, Italia verso il risarcimento

La Corte d'Appello di Roma ha ammesso la consulenza tecnica d'ufficio per accertare il rapporto causa-effetto tra il fumo e la morte di un fumatore

di Benedetta Verrini

La prima sezione della Corte d’Appello di Roma (ordinanza 1468/2001) ha ammesso la consulenza tecnica d’ufficio per accertare il rapporto causa-effetto tra il fumo e la morte di un fumatore. La causa, riguardante un signore deceduto per cancro ai polmoni nel 1996, è stata sostenuta, per conto dei parenti, dal Codacons, l’associazione di consumatori che da anni sta portando avanti una campagna per riconoscere il diritto alla salute del cittadino e far applicare il divieto di fumo sancito dall’ordinamento italiano. L’accusa è contro l’Eti, Ente tabacchi italiani, colpevole di non aver adempiuto all’obbligo di informare adeguatamente i consumatori dei possibili danni collegati all’uso delle sigarette. L’ordinanza è di grande importanza per la lotta anti-fumo, poiché per la prima volta in Italia, al contrario di quanto accade già da anni negli Stati Uniti dove non sono mancate sentenze dagli esiti clamorosi, il cancro provocato da fumo non ha mai dato diritto ad alcun risarcimento. Con questa decisione, invece, si apre la strada al riconoscimento dei danni, materiali morali e biologici, per chi può dimostrare il nesso di causalità tra fumo e malattia. La consulenza tecnica, affidata a tre esperti, dovrà dunque accertare se il fumo “abbia determinato la patologia che ha condotto alla morte e, in caso affermativo, se sia stato causa esclusiva o concorrente”.


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