Non profit

Danilo Coppe, il bombarolo: posso demolire qualsiasi cosaIl Belpaese fa schifo perché abbiamo smesso di guardarlo

Parla uno dei cinque esplosivisti professionisti italiani

di Maurizio Regosa

Nel suo libro, “Dynamite Stories”, ha persino incluso i Dieci comandamenti del bombarolo: «Il primo è non uccidere, il secondo non uccidersi». Il tritolo non è un gioco da ragazzi e Danilo Coppe lo sa: è uno dei pochi in Italia in grado di demolire una ciminiera con un corridoio di caduta di 20 centimetri. Eppure quando ha cominciato aveva 8 anni: «Sono esplosivista ufficialmente dal 1983, ma ho iniziato molto prima: col piccolo chimico preparavo già miscele esplosive».
Da dove viene questa passione?
Avevo 8 anni: ho visto Hellfighters, con John Wayne che fa il texano dai capelli rossi che spegne i pozzi di petrolio usando l’esplosivo. Da lì mi è venuta l’idea. Poi un documentario americano sulla demolizione dei palazzi mi ha convinto del tutto.
Ha demolito, fra l’altro, le torri del Villaggio Coppola (nelle foto). Com’è la giornata di un “bombarolo”?
Ho scritto il mio libro proprio per far conoscere il retroscena del lavoro. Molti pensano che un esplosivista entra in un palazzo in giacca e cravatta, piazza due carichette e viene giù tutto. Dopo di che fa il parcellone. Non è per niente così.
Un altro ecomostro famoso che ha demolito?
Le Vele di Secondigliano. Nel 1997 un mio concorrente fallì l’intervento sulla prima. Io invece riuscii sulla seconda e la terza vela. Ero il candidato ideale anche per la quarta, visto che in Italia, tra seri e non seri, siamo 4, 5 a fare questo lavoro. Nel 2004 c’è stata la guerra degli scissionisti a Secondigliano e il Comune ha congelato tutti gli appalti: non poteva garantire la sicurezza.
E un retroscena?
Punta Perotti è un caso interessante. Appalto truccatissimo. Con falso in atto pubblico, turbativa d’asta. Lo ha vinto una ditta che ha fatto oltre il 46% di ribasso, soldi che poi ha recuperato strada facendo con le varianti in corso d’opera. Il sindaco Emiliano ha fatto un proclama dicendo che questa azienda, salvando le fondazioni, aveva fatto un ulteriore sconto di 170mila euro che sarebbero stati destinati al verde pubblico. Peccato che per demolire le fondazioni tutti i concorrenti avevano indicato un costo di 500mila euro e quindi la rimanenza avrebbe dovuto essere superiore di oltre 300mila euro… E poi nella base d’asta il verde di ripristino era già compreso… Hanno preso in giro Bari e l’Italia. Alla fine hanno inaugurato il “Parco della legalità”.
Qual è il suo bilancio di questi anni?
Grande soddisfazione personale per aver fatto i lavoro più pazzeschi a livello mondiale. Di contro una nausea infinita per l’apparato burocratico con cui mi devo scontrare e per episodi come quello di Bari e del Villaggio Coppola dove ti vien voglia di emigrare…
Sono frequenti?
Ho partecipato a una gara per demolire delle case popolari nell’hinterland milanese. Una ditta ha praticato l’82% di ribasso. Uno sconto come questo non è spiegabile. Ci sono imprese che pur di accaparrarsi lo scarso mercato o fanno cartello oppure praticano ribassi di questo genere.
Gli enti locali non si insospettiscono?
Non guardano quante demolizioni hai fatto. Io ne ho fatte 600: mi trovo a competere con gente che ne ha fatte 6 e che per fare casistica si prostituisce. Non sa fare le cose, ma viene preso perché fa prezzi bassi… Poi scopri che è quello che non è riuscito ad abbattere la prima Vela di Secondigliano.
Ma non è pericoloso?
Qualche anno fa in Sardegna ho partecipato a una gara per demolire un’azienda. Ha vinto uno che chiedeva il 50% in meno. Demolendola, ha mandato la struttura sui binari del treno interrompendo la linea Sassari-Cagliari. Poi ha rifatto la stessa cosa a Torino.
Non è abusivo, ma lei lo butterebbe giù il Corviale di Roma?
Mi offrirei volontario. Basta che mi paghino l’esplosivo. È inconcepibile un chilometro di palazzo con la gente che gira in motorino nei corridoi… Quando devono notificare un atto vanno con la Celere. Come alle dighe di Begato, a Genova.
Costa molto una demolizione?
Con 50mila euro posso abbattere qualsiasi edificio. Poi esistono i contributi e gli sponsor.
Oggi registra un calo di attenzione su questi temi?
Quella poca attenzione che c’è è costante nel tempo. Tenga presente che se si tira giù un edificio per poi costruirne un altro, il ricavato della vendita del nuovo è una voce attiva. Cancellare un ecomostro, per i Comuni, è invece solo passività.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.