Formazione
Daniela Boscolo, la migliore prof del mondo
La docente di Rovigo è stata selezionata, insieme ad altri 50, nell’ambito del concorso “The global teacher prize”. Il Nobel dell’insegnamento l’ha scelta fra oltre 5mila segnalazioni, provenienti da 127 Paesi
«Gentilissima professoressa, lei è stata selezionata fra i 50 migliori insegnanti del mondo. La preghiamo di mettersi in contatto con noi»: la prima mail arrivata dalla Varkey Gems Foundation, la professoressa Daniela Boscolo l’aveva ignorata, liquidandola come uno scherzo o forse spam, tant’è che hanno dovuto mandarle un sollecito.
Invece il nome della Boscolo – insegnante di inglese della provincia di Rovigo, da otto anni felicemente passata al sostegno – compare veramente nella rosa dei 50 migliori insegnanti del mondo, selezionati nell’ambito del concorso “The global teacher prize”: gli esperti della Varkey GEMS Foundation, che ha Bill Clinton come Honorary Chairman e che definiscono il premio come il “Nobel degli insegnanti”, l’hanno scelta fra oltre 5mila segnalazioni, provenienti da 127 Paesi. Con lei c’è anche un altro italiano, Daniele Manni, di Lecce. Il vincitore sarà proclamato a Dubai il prossimo 16 marzo e riceverà 1 milione di dollari. «Con le colleghe stiamo già fantasticando», ride la Boscolo al telefono: «Per i ragazzi comprerei subito un pulmino attrezzato per il trasporto dei disabili: potremmo fare moltissime attività in più, il trasporto è una limitazione grande».
Dal supermercato a masterchef
Daniela Boscolo è un’insegnante di sostegno e lavora all’ITSC Colombo di Porto Viro, sul delta del Po: se la miglior insegnante del mondo fosse lei, sarebbe un bel riscatto per una categoria di insegnanti che troppo spesso vengono considerati di serie B. «Ho iniziato come insegnante curricolare di inglese», racconta: «Ma spesso mi sentivo impreparata di fronte agli alunni con disabilità. Così mi sono iscritta di nuovo all’Università e mi sono specializzata. Non tornerei più indietro». Non tornerebbe indietro per «l’enorme libertà di insegnamento che ora ho. La lezione frontale mi è sempre stata stretta, mi piace vedere i ragazzi che lavorano e creano, in classe si è ancora troppo legati alla valutazione dei risultati dell’apprendimento, mentre secondo me la cosa più importante ma anche più bella dell’insegnamento è il processo stesso dell’apprendimento, che è profondamente diverso da ragazzo a ragazzo».
Al Colombo ha messo in piedi più di un progetto innovativo per una didattica inclusiva (sul sito una gallery con i progetti realizzati). Il primo è stato il “Supermercato dell’integrazione”, avviato nel 2010:
«Avevo bisogno di uno spazio ampio, dove portare le classi e lavorare con il cooperative learning. Abbiamo pensato al supermercato perché è un probabile sbocco lavorativo per i ragazzi disabili, perché consente di sviluppare le abilità sociali e perché è un ambiente in cui si dispiegano tanti apprendimenti concreti: matematica, diritto, economia aziendale, anche le lingue, perché si può fare la spesa in un’altra lingua. La scuola aveva un vecchio magazzino, zeppo di vecchi banchi scollati: il preside dell’epoca mi disse che potevo usarlo se avessi trovato tutti i finanziamenti». La Boscolo bussò alle porte del Rotary Club di Porto Viro e di diversi supermercati della zona e in poco tempo nacque il supermercato dell’integrazione, aperto due ore alla settimana.
Dopo il supermercato venne la cucina, grazie alla collaborazione con il ristorante “Zafferano”, che per tre mesi ha aperto le sue cucine ai ragazzi dell’Istituto, ogni settimana.
Ne è nato anche un ricettario, “Special Masterchef”, che la prof sta vendendo ai mercatini della zona. «Quest’anno andiamo in azienda, dove si confezionano i cibi. La sinergia con il territorio è fondamentale, senza una rete sociale fra scuola e territorio non avremmo fatto nulla e quel magazzino sarebbe ancora un magazzino», spiega la Boscolo. «Certo stringere questi accordi costa tempo e fatica, non è facile che un’azienda ti apra le porte, devi costruirti una credibilità e fare anche un bel po’ di volontariato per la scuola, perché nessuno ti paga tutte quelle ore in più».
Nei giorni in cui il Governo italiano ha chiuso la consultazione #labuonascuola, la prof Boscolo, in lizza per diventare la migliore prof del mondo, ha anche due raccomandazioni per il premier Renzi. La prima riguarda la dignità professionale della categoria: «Basta con le promesse, noi insegnanti stiamo lavorando con i nostri mezzi perché la scuola non ha più un soldo», dice. La seconda riguarda nello specifico il sostegno, «perché non è corretto che la qualità dell’inclusione sia una questione di fortuna. Da un lato serve una vera formazione degli insegnanti curricolari, che non sono preparati e che spesso nemmeno considerano gli alunni con disabilità come loro alunni. Un insegnante di sostegno da solo non fa nulla, ma nemmeno l’insegnante curricolare da solo può gestire una classe eterogenea e numerosa come sono le classi attuali. Per questo il sostegno non può più essere, come è stato e come è ancora, l’ammortizzatore sociale del mondo della scuola».
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