Mondo
Dall’Ucraina al Mozambico per costruire comunità
Marco Calvetto, neo presidente di Ipsia Acli l’ong dell’associazione cristiana lavoratori racconta la sfida di «rimettere al centro il valore dell’agire a livello internazionale». Dai Balcani, con l’intervento a Lipa lungo la rotta balcanica, all’Africa e all’Ucraina i progetti e le iniziative di cooperazione senza dimenticare la promozione del volontariato con la tradizionale attività dei campi estivi dedicati ai giovani
Marco Calvetto da poco più di un mese è il nuovo presidente nazionale dell’ong Ipsia Acli (ne avevamo dato l’annuncio qui). Alle sue spalle una lunga esperienza nel mondo del Patronato Acli di cui è capo area lavoro e immigrazione e la partecipazione al direttivo della stessa Ipsia Acli dal 2007. Per Calvetto è importante sottolineare l’importanza del “sistema Acli” «a partire dalla raccolta fondi». Uno degli ultimi esempi è l’iniziativa di aiuto all’Ucraina «abbiamo una pagina ad hoc per sostenere le iniziative».
Calvetto (nella foto) aggiunge: «L’iniziativa è nata ad aprile dello scorso anno quando una nostra delegazione si è recata a Lviv, io ero presente come rappresentate del Patronato in quanto a Lviv è presente un patronato Acli. In quell’occasione abbiamo incontrato il vicepresidente dell’oblast di Lviv e visitato l’ospedale. È emersa la necessità di un’ambulanza attrezzata per i parti pretermine. Erano i mesi in cui moltissime persone si stavano spostando dal sud-est dell’Ucraina e per le donne incinte con il conflitto in corso era davvero difficile muoversi. Si rendeva necessario un mezzo per poterle andare a prendere e che fosse in grado di assistere le partorienti oltre tutto i parti pretermine erano più numerosi».
Operatori ucraini in occasione della consegna di un'incubatrice, in basso l'ambulanza allestita da Ipsia Acli per l'Ucraina
La macchina della solidarietà si è messa subito in moto. «Abbiamo incrociato le difficoltà e ci siamo dati da far per poter consegnare l’ambulanza nel giro di pochi mesi riallestendone una che ora abbiamo consegnato» spiega Calvetto.
Che aggiunge «Adesso stiamo individuando altre azioni, ma sempre con il nostro approccio che è quello di dialogare con le realtà locali. Non ci interessa fare delle raccolte unilaterali che partono dall’Italia: per dare delle risposte vere alle esigenze servono degli interventi mirati e coordinati con le popolazioni locali». Un approccio quello di Ipsia Acli cui Calvetto tiene molto e che sintetizza: «La cooperazione per noi è costruire con le comunità con le quali trovare insieme soluzioni. Non siamo per una lettura delle realtà fatta con gli occhi di chi guarda dall’Italia».
Al di là dell’Ucraina Ipsia Acli ha due aree di intervento storiche che sono l’Africa, dove è presente in tre Paesi (Kenya, Senegal, Mozambico e Somalia «qui con delle collaborazioni», chiosa il presidente) realizzando progetti in partnership per lo sviluppo economico, la formazione e la realizzazione di pozzi per l’agricoltura e i Balcani.
«Abbiamo una storica presenza in Albania a Scutari e in Kosovo. Ma soprattutto abbiamo un progetto molto importante lungo la Rotta Balcanica, a livello economico quello di Lipa è uno dei nostri progetti principali», continua il presidente. Il progetto “Brat – Balkan Route: Accoglienza in Transito” (nella foto d'archivio il campo di LIpa) è realizzato insieme a Caritas e alla Cri e altre realtà «lì siamo presenti con otto operatori, il capo progetto e lo staff locale per poter offrire sollievo e supporto nei campi dove transitano i migranti» precisa.
Ma quali sono le priorità che il neo presidente si è dato? «Innanzitutto comprendere che la dimensione internazionale oggi dovrebbe essere posta al centro dell’attenzione. Non possiamo più pensar di risolvere i problemi qui senza pensare al fatto che sono conseguenti a quanto accade nel mondo. L’esperienza degli ultimi anni dovrebbe farci capire che non esistono questioni importanti in altri Paesi che non abbiano ripercussioni, basti pensare al Covid, alla crisi energetica… Là dove non si interviene sulle cause delle disuguaglianze quelle poi ricadono sul nostro mondo».
Nelle parole di Calvetto la bocciatura di una «politica che cerca di risolvere i problemi guardando al proprio ombelico senza comprendere che quei problemi hanno delle cause originali». Un esempio è quello dell’immigrazione: «Le migrazioni di massa sono una conseguenza a cui occorre rispondere in altri modi visto che sono causate da guerre, crisi ambientali ed economiche. Ed è questo per me il vero tema: la cooperazione internazionale deve sempre più cercare di incidere sulle cause delle disuguaglianze» insiste il presidente.
Uno dei campi di volontariato estivo in Kosovo realizzato con il progetto Terre e Libertà da Ipsia Acli
La sfida per lui è proprio quella «di rimettere al centro il valore dell’agire a livello internazionale, ma anche sensibilizzare l’opinione pubblica e le stesse nostre strutture per sempre meglio conoscere e capire le dinamiche geopolitiche. Per questo una delle nostre azioni come Ipsia Acli è anche quello di coinvolgere, sensibilizzare e fare advocacy».
Uno degli strumenti a disposizione dell’ong delle Acli sono i tradizionali campi estivi di volontariato con il progetto Terre e Libertà rivolto ai giovani «promuoviamo esperienze che sono anche occasioni di conoscenza e che replicheremo anche quest’anno. Noi non siamo solo una ong, con le Acli di cui siamo un’espressione facciamo davvero sistema» conclude Calvetto. Che sottolinea: «Oggi la cosa che più conta è far incontrare mondi diversi perché solo quando ci si capisce e si condividono le realtà si possono costruire progetti che aiutino davvero lo sviluppo equo e sostenibile».
In apertura foto da un progetto internazionale di Ipsia Acli – Tutte le immagini sono da Ufficio stampa
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