Non profit

Dalle carceri la richiesta di prodotti low cost da aquistare

di Redazione

Ho reso vittime anche i miei cari
Parlare dei famigliari degli autori di reato come vittime forse non è del tutto esatto, ma per lo meno raggiunge un risultato: quello di far capire che le famiglie vengono trattate spesso come se il peso del reato dovessero portarselo loro, lo raccontano bene i detenuti. Scrive Maurizio: «Io non credo che si possano equiparare i nostri famigliari alle vittime vere, perché si correrebbe il rischio di commettere lo stesso errore di quello che commette la società quando equipara la vita dei miei famigliari alle mie condizioni di autore di reato. Penso a mia moglie, mio figlio, i miei nipoti, fratelli. Quante volte sono stati additati come “lo vedi? è il figlio, il nipote, il fratello di quello che è in carcere per rapina”, in una sorta di attribuzione di una colpa, che non c’è, né penalmente, né moralmente!».
E Sandro: «Essere in un convegno in cui, io detenuto, dovrei parlare di rendere più umano il trattamento riservato ai nostri famigliari, quando in questa sala vi sono vittime o famigliari di vittime che hanno subito dei reati, mi mette in imbarazzo, perché come responsabile di sofferenze analoghe a quelle che hanno vissuto loro provo una certa difficoltà ad esprimere quanto sento. Ma grazie proprio al percorso che ho fatto, ascoltando e confrontandomi con persone a cui abbiamo fatto del male, ho capito di aver reso vittime anche i miei cari, perché attraverso i miei comportamenti ho stravolto la loro vita, e li ho costretti a subire le critiche e i pregiudizi causati dalla mia condotta asociale ed egoista».
Dateci prodotti a prezzi accessibili
Doppia lista dei prezzi con prodotti low cost. La chiedono i detenuti sul giornale del carcere di Bollate, CarteBollate, in cui analizzano un problema generale ma che oggi, con lo stato di miseria diffusa presente ovunque, e il cibo sempre più scarso che passa la galera, diventa centrale, quello dei prezzi dei generi acquistabili in carcere. Scrive un detenuto, Antonio: «Noi soprattutto vorremmo più trasparenza e serietà. Siamo in un carcere dove dovremmo imparare a rispettare le regole della legalità, ma questo non dovrebbe valere per tutti? Siamo detenuti, un popolo comunemente considerato di serie B nella gerarchia sociale, ma inspiegabilmente diventiamo di serie doppia A per gli approvvigionamenti e spese varie».

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