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Dalla sperimentazione alla norma: con i voucher sociali la sussidarietà si fa realtà

Bilancio dell’importante innovazione introdotta dalla Regione Lombardia. Intervengono Cristina Colombo, dirigente programmazione, e Cesarina Colombini

di Redazione

Dopo il primo triennio di attuazione in Lombardia della legge 328/200 e in particolare dell?adozione dei Piani di zona quale strumento di programmazione degli interventi socio-assistenziale, facciamo il punto sul voucher sociale con Cristina Colombo, dirigente Programmazione Direzione Generale Famiglia e con Cesarina Colombini, U.o. sistema dei servizi e formazione. A quale richiesta risponde il voucher sociale? Il voucher sociale rappresenta una forma di erogazione delle prestazioni sociali di tipo domiciliare, che ad oggi sono individuabili principalmente all?interno dei servizi: Sad – Servizio domiciliare anziani; Sadh – Servizio domiciliare disabili; Adm – Assistenza domiciliare minori. Il Servizio domiciliare anziani si qualifica per il sostegno alla quotidianità, alla cura alla persona non di tipo sanitario rese da assistenti socio assistenziali; il servizio per disabili e per minori si caratterizza anche per l?intervento di tipo educativo. Ad integrazione dei servizi di assistenza alla persona ci sono altre prestazioni, dette complementari, ma ugualmente finalizzate a mantenere al domicilio il soggetto fragile, quali ad esempio la preparazione dei pasti, il servizio lavanderia, il servizio trasporti. Coerentemente con le finalità assegnate dalla Regione, che vedono una equivalenza, per tipologia di prestazioni, tra voucher sociale e servizio assistenza domiciliare, risulta che nell?ultimo anno con i voucher sociali sono state acquistate più di 26mila prestazioni e che di queste il 55% è stato assorbito da prestazioni Sad, il 16% da interventi di sostegno educativo minori e una quota residua per prestazioni complementari (7%). Cosa significa «Sono state acquistate più di 26mila prestazioni»? Per i voucher sociale si parla di ?acquisto di prestazioni? in relazione al diverso processo di definizione richiesto per la loro attivazione che implica la necessità di definire il sistema degli accreditamenti, attraverso la predisposizione e approvazione del patto di accreditamento per i soggetti erogatori. Affinchè si possa parlare di voucher è necessario che sul territorio ci siano soggetti disponibili a entrare nel sistema con regole diverse rispetto all?appalto/concessione. L?accreditamento implica una disponibilità da parte di questi soggetti (tra cui c?è il settore non profit) a mettersi in gioco in un sistema di concorrenzialità basato sulla libera scelta del cittadino nell?accesso a una agenzia piuttosto che a un?altra. Infine, va osservato che in alcune Asl il processo di diffusione non è ancora iniziato o si è affermato in modo limitato anche perché si è scelto di operare a livello interdistrettuale. I voucher sociali rappresentano inoltre una possibilità di accesso a prestazioni domiciliari, storicamente accessibili attraverso il servizio di assistenza domiciliare erogato dai Comuni e diffuso in quasi 1.200 realtà comunali. Il servizio di assistenza domiciliare reso attraverso il voucher sociale ha trovato rispondenza in primo luogo nei territori in cui il Sad comunale non era attivo, dove erano scaduti i tradizionali contratti di appalto o dove si è scelta la strada di affiancare il tradizionale Sad con il voucher per situazioni che richiedevano una diversa flessibilità di orari. Chi eroga i voucher? Per l?erogazione dei voucher sociali, nel 2005 sono stati accreditate complessivamente 293 agenzie, di cui 275 soggetti privati e18 pubblici. Particolarmente consistente la presenza di agenzie accreditate nel territorio del pavese, dell?Asl Milano 1, dell?Asl di Varese e della Vallecamonica. Rispetto a questo ritengo interessante considerare il ruolo assegnato al terzo settore come soggetto chiamato ad essere presente nei momenti di programmazione, anche attraverso lo specifico Tavolo di rappresentanza, e come erogatore dei servizi in un sistema nuovo e profondamente diverso da quello tradizionale dell?appalto/concessione. Queste nuove modalità di ?esserci? nell?erogare servizi, implicano la capacità, per il terzo settore, di sapersi porre in un sistema sempre più caratterizzato dall?accento sulla libertà di scelta del cittadino, dove molto si gioca sulla qualità del servizio reso, sulla soddisfazione da parte del cittadino, ma anche sul ?prezzo? delle prestazioni, che deve essere allo stesso tempo sostenibile e competitivo. E sul futuro del voucher? L?esperienza ha dimostrato che il voucher rappresenta un utile strumento per sostenere le persone fragili nel percorso di vita autonoma presso il proprio domicilio, soprattutto se inserito in un corretto piano di valutazione e di intervento. L?efficacia e l?incisività dei servizi e prestazioni attivati tramite voucher discende infatti da una corretta valutazione della domanda che gli operatori sono chiamati a compiere tenendo conto del tipo di intensità assistenziale richiesta, dei tempi di erogazione del servizio e di quale può essere l?appropriata relazione con altri servizi di assistenza domiciliare già esistenti. A tali condizioni, il voucher consente di ampliare la gamma di servizi e prestazioni volte a sostenere le persone in condizione di fragilità presso il domicilio. Perciò nella circolare 48/2005 è stato indicato come obiettivo della nuova triennalità dei Piani di zona il consolidamento del sistema dei titoli sociali ed in particolare lo sviluppo dei voucher, che dovranno essere introdotti ed effettivamente erogati in tutti gli ambiti distrettuali almeno entro l?ultimo anno di attuazione del nuovo Piano di zona, curando che questo percorso di implementazione si snodi nell?arco di tutto il triennio. È prevista inoltre la possibilità di sperimentare forme di voucherizzazione di altri servizi sociali, a carattere diurno o residenziale, ad esclusione delle comunità di accoglienza per minori, attraverso percorsi progettuali concordati.


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