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Dalla Siria, Agostino (Avsi): «Situazione drammatica, le persone non hanno un posto dove stare»
La scorsa notte un terremoto di magnitudo 7.8 con epicentro Gaziantep, città del sud est della Turchia, a circa 50 km dal confine siriano, ha colpito il sud della Turchia e il nord della Siria. Questa mattina si è verificata un’altra scossa di magnitudo 7.5 con epicentro a Ekinozu. Ad ora sono oltre 1500 le vittime, migliaia i feriti e i dispersi. I numeri sono in aumento. «I bisogni e i danni sono incalcolabili», dice Filippo Agostino, responsabile di Avsi in Siria che si trova ad Aleppo. «Quella siriana è un’emergenza nell’emergenza»
di Anna Spena
La scorsa notte un terremoto di magnitudo 7.8 con epicentro Gaziantep, città del sud est della Turchia, a circa cinquanta chilometri dal confine siriano, ha colpito il sud della Turchia e il nord della Siria. Questa mattina si è verificata un’altra scossa di magnitudo 7.5 con epicentro a Ekinozu.
Sono oltre 1500 le vittime, migliaia i dispersi e i feriti. I numeri sono in aumento. «La situazione ad Aleppo, a poco più di 100 km dall'epicentro, è drammatica», spiega Filippo Agostino, responsabile di Avsi in Siria che è partito immediatamente da Damasco, per raggiungere il nord del Paese.
«Interi palazzi, già danneggiati dalla guerra, sono crollati. La gente si è riversata in strada. In Siria sono, per ora, 371 le vittime e oltre duemila i feriti stando ai dati ufficiali rilasciati dal governo. Migliaia gli sfollati. Ad Aleppo si sono registrati 60 morti e 200 feriti. In città sono stati messi a disposizione 17 scuole per ospitare gli sfollati. Noi insieme ai nostri partner locali, tra cui la Mezzaluna rossa e il Nunzio Apostolico, ci siamo attivati per curare i feriti presso l’ospedale Saint Louis, uno degli ospedali che sosteniamo attraverso il progetto "Siria. Ospedali Aperti" avviato nel 2017».
L’Ospedale Saint Louis ha avuto solo piccoli danni, ma ha interrotto il lavoro ordinario per poter accogliere i feriti e curare immediatamente i casi più gravi.
«I bisogni e i danni sono incalcolabili», dice Agostino. «C’è bisogno di rifugi caldi, le temperature stanno scendendo sotto lo zero, e di beni di prima necessità». È stato il terremoto più devastante degli ultimi 24 anni nella regione. «E in Siria», chiosa Agostino, «è un’emergenza nell’emergenza. Non solo gli strascichi della guerra e la popolazione già allo stremo ma dalla scorsa estate un’epidemia di colera».
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