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Dalla Cucina di Quartiere alla rigenerazione urbana, un anno di Made in Corvetto

Compie un anno il progetto di un laboratorio di “welfare partecipato” nella periferia sud di Milano, in una zona considerata difficile. Chef Erik, nato e cresciuto nel quartiere, racconta: «Corvetto rinasce con al centro la Cucina di Quartiere»

di Luca Cereda

«Made in Corvetto, il progetto nel suo complesso, non solo la cucina in cui lavoro, per me significa riqualificare la nostra zona. Un po’ come facciamo nei nostri piatti, dove uniamo i sapori, a Corvetto cuciniamo la solidarietà che parte dal cuore del quartiere per arrivare a tutti, anche in tempo di pandemia. Io cucinando, dò anche l’esempio ai ragazzi di quartiere.

Cucinare è un modo per vivere e coltivare il futuro di questo quartiere periferico di Milano». Questi sono gli ‘ingredienti-base’ del progetto Made in Corvetto che ha appena compiuto un anno di età come primo dei Punti di comunità di Lacittàintorno, il programma di Fondazione Cariplo che coinvolge gli abitanti dei contesti urbani fragili di Milano per riattivare e dare un altro uso agli spazi inutilizzati o in stato di degrado, migliorare la qualità della vita e creare "nuove geografie" cittadine.

A descrivere la ‘portata principale’ di questo compleanno, sono le parole di Erik Avolio, chef – insieme all’amico e collega Fabio – della Cucina di Quartiere nata un anno fa nel Mercato cittadino di Piazzale Ferrara per nutrire le relazioni e la solidarietà degli abitanti di Corvetto.

Cucinare la comunità, quella dal sapore buono

Piazzale Ferrara è stato per tanti anni una piazza di spaccio di droga, tra le più trafficate di Milano e «dove ho ricordi di infanzia – continua Erik – in cui venivano fatti anche tanti arresti. Il progetto e la sfida della cooperativa sociale La Strada, l’ente capofila di Made in Corvetto, è fa rifiorire quella stessa piazza grazie anche al profumo buono dei piatti della nostra Cucina di Quartiere, piatti dal sapore e anche dalle idee che nascono da questa comunità». Multietinica e allo stesso tempo molto milanese. Come i piatti che Erik e Fabio hanno cucinato anche in tempo di pandemia.

Made in Corvetto è partito quasi in concomitanza con l’arrivo del virus in Italia, «Il 14 febbraio 2020 mi sembra ieri, quando inauguravamo la Cucina di quartiere per poi chiuderla pochi giorni dopo. Ma la chiusura è stata solo al pubblico, perché con grandi sacrifici dietro i fornelli abbiamo fatto del bene a chi nel quartiere si trovava in difficoltà economica e sociale a causa della pandemia», spiega Erik, che Corvetto ce l’ha nel sangue perché i suoi genitori – mamma austriaca e papà napoletano – si sono conosciuti proprio lavorando a Corvetto.

Il Made in Corvetto è marchio di solidarietà di quartiere anche con la pandemia

«Cucinare è la mia passione, il mio lavoro, e il fatto che il nostro compleanno sia coinciso – quasi – con l’inizio della pandemia, non ci ha impedito di compiere la nostra missione in questi 12 mesi. Non potendo far entrare al mercato gli abitanti del quartiere siamo andati noi nelle case di chi era in difficoltà, soprattutto nel lockdown primaverile del 2020 con oltre 1500 pasti a settimana. Anziani del quartiere, persone in difficoltà economica, famiglie che avevano ragazzi e ragazzi con disabilità a cui badare, a tutti loro noi abbiamo portato un pasto con i sapori di Corvetto», testimonia Erik Avolio che lavora per la cooperativa sociale La Strada che da anni lavora nel quartiere di Corvetto.

I pasti poi venivano consegnati alle persone grazie ai rider volontari dell'Associazione – anch’essa con base a Corvetto – Sentieri Educativi e Sociali. Durante l'estate invece, in collaborazione con OpenAgri, l'esperienza della 'Cucina di Quartiere' è diventata mobile e diffusa organizzando aperitivi sull'aia della Cascina Nosedo.

Anche a Natale la solidarietà “Made in Corvetto” è stata portata a casa degli abitanti del quartiere in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria, economica e sociale causata dal coronavirus: «Sughi prodotti dai pomodori della campagna – che per chi non è mai stato a Corvetto è proprio alle porte sud del quartiere -, la pasta fresca e il panettone prodotti anche grazie al nostro forno – sociale – e condiviso, che non poteva essere usato dagli abitanti del quartiere per via delle restrizioni anti-covid a cui tutto il mercato era sottoposto».

Le chiavi del futuro di Corvetto: solidarietà e socialità

Investire sulla “cucina di quartiere” grazie all’energia e alla competenza di due ‘figli di Corvetto’ come Erik e Fabio, consente al progetto Made in Corvetto di lavorare nel cuore del quartiere ma anche di aiutare gli abitanti in un momento drammatico come quello della pandemia e «di cercare di dare saldare l’ambiente, la comunità della zona», reputa Erik.

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Un mercato ibrido, che non si limita alla cucina di quartiere, ma – con l’auspicio di mettersi alle spalle il periodo di pandemia con la sua necessità di distanziamento – ma con banchi alimentari, punti ristoro, spazi per la socialità e una ciclofficina mira sempre più a rafforzare la sua presenza a Corvetto con le attività di consegna di pasti a domicilio in bicicletta al personale delle aziende presenti nel territorio e, presto, la vendita da asporto, i laboratori di cucina, il catering sociale e solidale.

Così come solidale è anche “pranzo sospeso” per offrire un pasto a domicilio a chi è in difficoltà. Ma non solo: «Da maggio – spiega chef Erik – proponiamo cinque menu diversi, da lunedì a venerdì, completi di mini dessert a sorpresa, al prezzo fisso di 10 euro. Per ogni menù acquistato, un euro è destinato al progetto “Pranzo per tutti” per aiutare chi, in questo periodo, è più in difficoltà».

La rigenerazione del quartiere passa dalla sua rigenerazione urbana in chiave sostenibile

A ottobre 2020, inoltre, Piazzale Ferrara è stato teatro di un intervento partecipato di colorazione – del mercato ma anche della strada – per valorizzare lo spazio e rendere la zona sempre più vivibile. La vita di quartiere – grazie a Made in Corvetto – si è accesa di luce e colori anche in questo ultimo Natale di pandemia: «A fine 2020, il piazzale è stato "acceso" grazie all'Albero di Natale realizzato con il contributo del Municipio 4. Le installazioni sono state accese dagli abitanti e dalle cooperative e associazioni che fanno parte di Made in Corvetto per rendere il piazzale più piacevole e accogliente».

Non è finita qui, il 2021 si è aperto con la volontà di Made in Corvetto di essere ancora di più un elemento di coesione nel quartiere. «Per i prossimi mesi abbiamo in calendario iniziative come 'Chef per un giorno' che darà l'opportunità ad abitanti, esercizi commerciali e associazioni di preparare un piatto a scelta all'interno della cucina di quartiere che contribuirà a costruire un ricettario collettivo», continua Erik Avolio. Proseguiranno inoltre le attività di promozione della mobilità sostenibile attraverso la ciclofficina di Quartiere, trasformata in un servizio mobile all'interno di aree e caseggiati.

«Vogliamo regale ai giovani del quartiere soprattutto, una visione che vada oltre gli stereotipi che ammantano una zona periferica come quella su cui operiamo, un esempio: guardiamo alla sostenibilità del nostro pianeta a partire dalla città e dal nostro quartiere, piantando alberi insieme ai giovani seguiti dalla cooperativa La strada. Un modo per iniziare da casa nostra a render sostenibile Milano e vivere meglio con e per il pianeta».

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