Famiglia

Dalla crisi si esce sostenendo la famiglia

Lo ha detto Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio, presentando il secondo “Rapporto Povertà a Roma e nel Lazio”

di Francesco Agresti

«Per combattere la povertà è necessario sostenere le famiglie. La famiglia italiana è un patrimonio della nostra cultura. Troppo spesso è lasciata sola ad affrontare emergenze sociali di cui invece dovrebbe farsi carico un efficiente sistema di welfare. Nell’ultimo anno le famiglie italiane hanno speso 20 miliardi di euro per aiutare un membro della famiglia in difficoltà. Per quanto ancora potranno sopportare il peso dell’inefficienza dei nostro sistemi di protezione sociale senza ricevere alcun sostegno?»

A chiederselo è Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio che ha presentato questa mattina nella Capitale il Secondo rapporto sulla povertà a Roma e nel Lazio, realizzato con la collaborazione della Camera di commercio capitolina.

«Un rapporto», ha sottolineato Marazziti, «con cui abbiamo voluto analizzare e comprendere trend sociali per cercare di individuare fragilità a cui occorre dare risposte prima che diventino croniche. In ogni capitolo c'è uno sforzo di analisi. Ma anche le storie e i percorsi per trasformare difficoltà straordinarie in chance per una nuova, possibile, qualità della vita». 


Accanto ai dati c'è uno sforzo di comprensione dal basso, attraverso l'attenzione alle persone, alle loro storie, alla dimensione umana, alle dinamiche reali di quello che “povertà” significa.
il primo capitolo del Rapporto di Sant'Egidio è dedicato proprio “Isolamento e solitudine, nuova povertà. L'importanza delle relazioni nei nuovi contesti urbani”. Nel Lazio le persone che vivono sole sono passate in 15 anni da 529 mila a 769mila, il 32,5% del totale. Tra coloro che vivono soli 6 su 10 sono donne. Si parla di “povertà relazionale”, uno dei mali forse più drammatici e si sottolinea quanto la vita di relazione conti in termini di salute, di qualità della vita, con un corredo di dati di grande interesse.

Di anziani e immigrati si parla diffusamente nel secondo capitolo del Rapporto, “Vivere da anziani nel Lazio”. Nella regione gli over 65enni rappresentano il 20% della popolazione, il 60% è donna, più della metà vive nel solo comune di Roma. Sant’Egidio ha messo sotto la lente lle trasformazioni del tessuto sociale a partire dai quartieri con la maggior concentrazione di immigrati. Il capitolo su “Come cambia Roma: genius loci come destino e come chance”, affronta la questione a partire da zone “storiche”, come Esquilino, Torpignattara, Centocelle, ma anche la nuova periferia, come Torbellamonaca.

Nuovi scenari di povertà, legati alla perdita del lavoro, riguardano molti italiani. “I poveri al tempo della crisi” esamina alcune storie emblematiche, mentre si sofferma sulle risposte offerte dalla Comunità di Sant'Egidio, a partire dalla mensa di Via Dandolo.

Il problema casa è certamente parte della questione: «sfratti», afferma il Rapporto, «è la parola sintetica di un problema e di una malattia cronica ma sempre acuta: la punta più visibile e dolorosa dell'emergenza abitativa». Interessanti le proposte di “Social Housing” che vengono avanzate, con l'esame di alcune buone pratiche, in particolare di Bologna e Rimini.

Non manca un capitolo su “Essere disabili”, che si sofferma sul problema della salute e dell'inserimento lavorativo, dove si segnala l'esperienza della Trattoria de Gli Amici, il ristorante gestito da una cooperativa promossa dalla Comunità di Sant'Egidio, in cui lavorano 16 persone con disabilità.

Nel Rapporto si parla anche di disuguaglianze in sanità, e di storie di cure mancate.
Un ultimo capitolo è dedicato al carcere. No alla doppia pena: un titolo che fa significativamente riferimento alle parole di papa Benedetto XVI nella sua visita al carcere di Rebibbia. Il Rapporto, tuttavia, pur evidenziando criticità e problemi, non ignora i significativi passi avanti compiuti nell'ultimo anno e oltre ad offrire dati e indicare costi, delinea una “road map” innanzitutto per garantire la dignità dei detenuti, principio peraltro innegabile della nostra Costituzione.

«Quello abbiamo realizzato», conclude Marazziti, «è un Rapporto con un'angolatura diversa, che cerca di mettere insieme in maniera ragionata i dati, ma anche le persone, i luoghi reali della vita quotidiana, l“'alto” e il “basso”. Per cogliere l'intreccio di una fatica di vivere che, meno è considerata, più mette a rischio politiche sociali, modelli di convivenza e di sviluppo. A volerlo, possono essere qui trovati suggerimenti non solo per gli amministratori, per i protagonisti dell'economia, del credito, della pianificazione del territorio e dell'informazione, ma anche per le famiglie. Dalla crisi si esce sempre insieme, e occorre cambiare mentalità. Vedere un po' di quello che in genere non si vede può aiutare: perché capire meglio la povertà aiuta a combatterla meglio, senza combattere i poveri»
 


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