Economia
Dalla corsia al territorio. Ecco i modelli possibili
Welfare sanitario: viaggio nelle regioni alla ricerca delle buone pratiche. Qui Sicilia
di Redazione
Porre al centro il malato e non la struttura. Personalizzare la cura evitando la prolungata ?detenzione? ospedaliera. In poche parole, umanizzare la sanità trasferendola dalle corsie ambulatoriali direttamente sul territorio e nelle case. Proprio in Sicilia, una delle regioni più disastrate dal punto di vista sanitario e da sempre poco incline ad un?organizzazione partecipata del welfare, la cooperazione sta muovendo i primi passi verso un vero e proprio sistema di integrazione socio-sanitario fatto di assistenza domiciliare e strutture alternative di sostegno ai tradizionali ospedali pubblici. Ma soprattutto di un coordinato lavoro di rete tra le diverse realtà sul territorio. Pubblico, privato e terzo settore sono chiamati ad una collaborazione stretta nella gestione delle diverse fasi di cura. «La Sicilia è una delle regioni più all?avanguardia nella sperimentazione dell?integrazione socio-assistenziale», spiega Filippo Parrino, responsabile Legacoop per la Sicilia. «Fin dal 1986, ancor prima della 328, la nostra legislazione contempla questo tipo di partecipazione pubblico-privato. Solo adesso, però, anche da parte delle istituzioni si sta prestando attenzione alle nuove forme di politica sanitaria». Lo dimostrano interessanti progetti di partnership locale per l?offerta flessibile di strumenti per il graduale allontanamento dei pazienti dalle strutture ospedaliere.
Buone pratiche offrensi
Sisiflo, per esempio, è un consorzio di 25 cooperative che da sei anni sta sperimentando la creazione di una rete di servizi domiciliari, Hospice e Residenze sanitarie assistite strettamente integrati e capaci di garantire un risparmio di oltre il 50% rispetto ai costi della normale degenza negli ospedali. Sisiflo riesce a gestire più di mille pazienti all?anno nelle province di Messina, Trapani, Ragusa e, ultimamente, Enna. Per la maggior parte si tratta di casi terminali che necessitano di assistenza psicologica e sanitaria. «L?importante», dice Mimmo Arena, consigliere di amministrazione di Sisiflo e presidente Legacoop Sicilia, «è riportare il soggetto tra le mura domestiche assicurando cure palliative. Cerchiamo di fornire un?équipe preparata, composta da medici e operatori sociali». Nel caso invece in cui fosse impossibile seguire a domicilio il soggetto, Sisiflo ha creato e interamente finanziato il primo Hospice non ospedalizzato del Sud. «Si tratta di una specie di albergo che fornisce l?assistenza 24 ore su 24 da parte di medici specializzati e operatori sociali», spiega Arena.
Nella stessa ottica si muovono le quattro Rsa attivate a Messina e a Enna, per il sostegno di anziani disabili e non autosufficienti. «Accogliamo il paziente quando è in condizioni stabili, la Asl ce lo affida e noi completiamo l?ultima parte di cura con fisioterapia e sostegno psico-sociale», continua Arena. «Gli assistiti non possono rimanere più di trenta giorni e in un anno accogliamo più di 120 casi».
Insomma, rete e flessibilità sembrano ancora una volta i punti forti dell?attività cooperativa, che più di altri soggetti «guarda alla soddisfazione del paziente e per questo puntiamo sulla formazione continua e aggiornata degli operatori», conclude Arena. «In più mettiamo a disposizione una conoscenza approfondita del territorio e una rete che può fornire in tempo reale ulteriori servizi oltre la nostra attività. Insomma, ciò che ci distingue è l?attenzione per il soggetto e non per la struttura e la sua organizzazione».
Luca Zanfei
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