Formazione
Dalla Cina la disneyland dei nani
«Ma anche a noi arrivano tante richieste in questo senso», rivela Marco Sessa di Aisac.
Scordatevi Gardaland, lo zoo safari e l’Italia in miniatura. La nuova frontiera dei “parchi di divertimento” arriva dalla Cina. Il divertimento consiste nel guardare (e basta?) 108 nani che ballano e si esibiscono in siparietti vari. Il parco a tema è nato nel luglio 2009 nei pressi della città di Kunming (provincia dello Yunnan). 108 nani tra i 18 e i 48 anni, provenienti da tutte le parti della Cina, vivono lì. Per il pubblico si esibiscono in spettacoli vari, tra cui una parodia del Lago dei cigni, e fingono una vita quotidiana in piccole casette da “Biancaneve e i sette nani”, in un intero borgo in stile fantasy, che prevede anche la presenza di un re, un esercito e un ministro degli Esteri.
L’idea è venuta a un imprenditore cinese, Chen Ming, che ci avrebbe già messo 100 milioni di yuan e sarebbe pronto a moltiplicare l’investimento. “Alcuni non capiscono il senso del nostro progetto, pensano che vogliamo sfruttare i nani”. Al contrario, ha spiegato, “il nostro intento è offrire loro un modo per vivere, dandogli un valore e la possibilità di avere un lavoro e un’esistenza libera”. Lo stipendio infatti è di 2mila yuan al mese, il doppio di quanto si potrebbe ottenere in qualsiasi altro luogo. Ma le associazioni per i diritti dei disabili sono critiche, convinte che un’iniziativa come questa non abbia altra conseguenza che aumentare lo stigma nei confronti delle persone disabili.
«Per fortuna non viviamo in Cina», commenta Marco Sessa, presidente di Aisac, l’associazione italiana per l’informazione e lo studio dell’acondroplasia, che è il nome corretto del nanismo. «Anche se devo ammettere che certe forme di spettacolarizzazione del diverso avvengono quotidianamente pure in Occidente, a casa nostra e senza troppa vergogna. Non so bene distinguere quale possa essere la differenza tra una danza dei cigni e quello che vediamo spesso in TV o leggiamo sui mass media occidentali: l’ultima edizione del Grande Fratello spagnola ha avuto come ospite della casa una persona nana e si sono viste scene davvero umilianti nei suoi confronti, che tra l’altro non ha nemmeno tanto reagito».
Richieste di nani disposti a mettersi in piazza solo in quanto i nani arrivano anche ad Aisac, rivela: «Spesso ci chiedono nominativi di soci disposti a partecipare a feste in maschera o pubblicità a tema, oppure ancora a giochi televisivi di grande ascolto dove vengono messe a confronto due gruppi di persone rappresentanti opposte caratteristiche (magri grassi; alti e bassi; maschi e femmine….). Ci mancherebbe ognuno della sua vita può e deve potere fare quello che vuole tuttavia ci sono sempre dei limiti ed in alcuni casi anche delle responsabilità. Credo che ‘l’umiliazione’ non debba essere oggetto di scambio. Il rispetto per gli altri e la propria dignità sono qualcosa che non hanno prezzo ed ognuno di noi giorno dopo giorno li deve conquistare e mantenere. Evidentemente questo non è facile da nessuna parte del mondo».
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