Formazione

Dall’arena all’Africa: la missione parte da qui

Verona è la città italiana che i missionari di tutto il mondo conoscono meglio. Qui c’è la casa madre dei Comboniani, il Cum, il centro di formazione per i missionari italiani...

di Redazione

Sulle colline delle Torricelle, ai piedi del Castello austriaco che domina la città, la grande croce bianca illumina Verona. Le mura dell?Istituto don Calabria sono poco lontane, più sotto spunta la facciata della casa madre dei Comboniani. è il cuore della Verona sociale, che pulsa grazie a due giganti della fede. San Giovanni Calabria, uomo di origini poverissime e dalla salute fragile che si definiva «zero e miseria», all?inizio del secolo scorso si dedicò ai ?buoni fanciulli?, fondò le congregazioni dei Poveri servi e delle Povere serve della Divina provvidenza e intrecciò epistolari con le personalità più impegnate nel rinnovamento della Chiesa e della società (famose le lettere in latino con C. S. Lewis). Il beato Daniele Comboni, l?apostolo dell?Africa nato sul lago di Garda, a metà dell?Ottocento evangelizzò il continente nero: fedele al motto «O nigrizia o morte» fondò una congregazione maschile e una femminile (la prima) interamente dedicate alla missione e come primo vescovo dell?Africa centrale combattè le malattie e la schiavitù. Comboniani e buoni fanciulli: ecco i simboli dell?altra faccia di una città placida e ricca, che tende a nascondere le nuove povertà ma dove resiste una secolare tradizione di solidarietà, con una miriade di opere sociali grandi e piccole. A Verona ha sede il 3,5% delle ong italiane e opera il 4% del volontariato. Da Verona, dove si trovano la redazione del mensile Nigrizia e il Museo africano (uno dei rarissimi in Italia), la Famiglia comboniana fatta anche di missionari laici si è diffusa in tutto il mondo. E dall?insegnamento di don Calabria sono nati centri di formazione professionale, attività di assistenza (il veronese don Antonio Mazzi e il suo Progetto Exodus sono figli di don Calabria), case di cura e ospedali: don Luigi Verzè, il fondatore dell?ospedale San Raffaele, partì per Milano su richiesta del cardinale Ildefonso Schuster con in tasca 10mila lire donategli dal suo padre spirituale. «Don Calabria mi disse: ?è il Signore che ti manda, a Milano nascerà una grande opera che farà parlare di sé l?Europa intera?» ricorda don Verzè. Verona è la città italiana con il più alto numero di missionari, e non solo per la presenza dei Comboniani: sotto l?ala dell?Arena ha sede la fondazione Cum – Centro unitario per la cooperazione missionaria tra le Chiese, organismo della Cei che cura la formazione dei missionari, soprattutto laici; qui è nato nel 1966 il Mlal – Movimento laici per l?America latina, una ong emanazione del Cum presente in 17 nazioni con 220 progetti nei paesi in via di sviluppo. In una palazzina a pochi passi dalla cinquecentesca Porta Palio, nel 1978 vide la luce la prima Mag – Società mutua per l?autogestione, una cooperativa che raccoglieva risparmio tra i soci per sostenere esperienze di economia sociale. Era l?embrione della futura Banca etica. Tra i fondatori non c?erano soltanto operai e contadini, ma anche professionisti come l?avvocato Giambattista Rossi, cui oggi è intitolato il Policlinico di Borgo Roma. Con i primi soldi furono acquisiti terreni e oggi la Mag ha fatto scuola in tutta Italia. Dal risparmio al consumo: nella periferia industriale si trovano gli uffici centrali di Altromercato, il consorzio del commercio equo e solidale. Nella provincia-cerniera tra il Nord-Est e la Lombardia è fittissima anche la rete di accoglienza per gli immigrati. Il Cestim, fondato nel 1990, è diventato uno degli osservatori nazionali più autorevoli sui fenomeni migratori. A Verona si pubblica il giornale di strada Capolinea, in appoggio al progetto Avvocati di strada. Ed è appena nato anche il primo coordinamento sindacale degli immigrati federato alle Rdb, con l?obiettivo di istituire patronati per dare assistenza completa ai lavoratori stranieri. Di Stefano Filippi


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