Welfare

D’Alema: una conquista la moratoria sulla pena di morte

Il ministro uscente fa un bilancio del lavoro svolto per "ridare all'Italia il profilo di un grande paese che si impegna per la pace ed i diritti umani".

di Redazione

Il voto dell’Assemblea Generale sulla moratoria delle esecuzioni e’ stato un momento “molto significativo” dell’impegno profuso in questi anni per “ridare all’Italia il profilo di un grande paese che si impegna per la pace ed i diritti umani”.

Lo affermato Massimo D’Alema in un’intervista al canale Class/Cnbc, sottolineando come questo impegno corrisponda ad “una vocazione italiana”. Nell’intervista, in cui fa un bilancio dei quasi due anni trascorsi alla Farnesina, il ministro degli Esteri uscente ricorda anche come “siamo riusciti a riallacciare molti rapporti, l’Italia era un paese che aveva in parte logorato il suo sistema di relazioni internazionali”.

“Era necessario -ha aggiunto- tornare ad avere rapporti amichevoli con paesi lontani, con interi continenti con cui si era appannato il nostro rapporto, penso all’America Latina, penso ai grandi paesi asiatici, penso all’Africa”. Paesi con cui e’ stato ristabilito un rapporto amichevole ed un “rapporto diretto con la loro classe dirigente”.

D’Alema ha ricordato anche il “ritorno ad una iniziativa italiana in Medio Oriente per la pace che ha avuto il suo momento piu’ significativo nella vicenda libanese”.

Il ministro degli Esteri sottolinea poi che in generale “rimane il rincrescimento” provocato dal difficolta’ di avanzare “sulla strada della pace tra israeliani e palestinesi”. “Purtroppo anche le speranze che si sono aperte – conclude – mi sembra che sono contraddette da un quadro di violenze ogni giorno piu’ preoccupante”.

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