Sostenibilità

D’Alema sogna il carbone pulito…

Legambiente: affermazioni anacronistiche, in un momento in cui l'obiettivo è ridurre le emissioni

di Redazione

Ricorrere al carbone pulito per contenere i futuri rialzi di prezzo dell’energia. A suggerirlo e’ il ministro degli Esteri Massimo D’Alema, intervenuto alla Farnesina alla presentazione del 20° Congresso mondiale sull’energia, che si terra’ a Roma dall’11 al 15 novembre prossimi. Parlando della nuova politica energetica europea, D’Alema ha sottolineato la necessita’ di una “diversificazione del mix di combustibili, da realizzare in primo luogo sviluppando le energie rinnovabili”. In questo contesto, secondo il ministro, “e’ necessario sfruttare le migliori tecnologie per l’utilizzo del carbone pulito e poi, in quei Paesi che ne hanno sostenuto lo sviluppo, utilizzare anche la tecnologia nucleare”. “Il prezzo dell’energia elettrica in Italia e’ il piu’ alto della media europea -osserva D’Alema- questa anomalia si spiega in gran parte con il diverso mix di combustibili utilizzato per la generazione elettrica. Il resto d’Europa, infatti, si affida al nucleare o al carbone per coprire gran parte dei propri bisogni elettrici, mentre l’Italia e’ l’unico Paese in cui, ancora oggi, una quota rilevante della produzione deriva da olio combustibile o da gas naturale, il cui prezzo e’ strettamente correlato a quello del greggio”. In questo contesto, e’ il ragionamento del ministro, “dobbiamo guardare alle moderne tecnologie per l’utilizzo del carbone pulito come una possibilita’ concreta di contenere i futuri rialzi del prezzo dell’energia e contribuire alla stabilita’ del sistema: il carbone, infatti, e’ una fonte economica, abbondante e diffusa in molte aree del pianeta”. “Pertanto -conclude D’Alema- anche znell’ottica di accelerare il raggiungimento di risultati ottimali, e’ indispensabile che l’Europa continui a promuovere e sostenere la ricerca relativa al carbone pulito”.

A stretto giro di posta la replica di Legambiente: “Quando si parla di carbone pulito non si puo’ tralasciare un dato incontrovertibile: un kilowattora prodotto col carbone causa una quantita’ di emissioni di gas serra incommensurabilmente piu’ alta rispetto alle rinnovabili, ma anche di gran lunga maggiore a quella del petrolio e del gas naturale”.
“Nella settimana in cui ricorre il secondo anniversario del protocollo di Kyoto, il termine carbone pulito riecheggia come un enorme ossimoro, simbolo di una politica antiquata e incapace di proporre soluzioni innovative, a partire dallo sviluppo delle vere fonti energetiche pulite: le rinnovabili”, afferma l’associazione ambientalista. Per Legambiente, ”D’Alema ha sostenuto la necessita’ di ”guardare alle moderne tecnologie per l’utilizzo del carbone pulito in quanto possibilita’ concreta di contenere i futuri rialzi del prezzo dell’energia e contribuire alla stabilita’ del sistema”. Un’affermazione, quella del Ministro che risulta essere totalmente anacronistica e incoerente in un momento in cui c’e’ la necessita’ di ridurre le emissioni di gas serra per contenere la minaccia dei cambiamenti climatici. Al contrario -conclude- e’ necessario che ci si orienti verso una politica energetica che persegua gli obiettivi del protocollo, investendo su risparmio energetico e vere fonti rinnovabili”.

Stessi toni nel commento di Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera “E’ necessario mantenere un presidio produttivo nelle tecnologie del carbone e incentivare fortemente la ricerca. E se sara’ provata la possibilita’ di segmentare la CO2 prodotta dalle centrali termoelettriche, sara’ anche possibile un maggior ricorso al carbone”.
“Nelle condizioni attuali”, aggiunge Realacci, e’ “evidente” che un “aumento all’uso al carbone ci allontana ancora di piu’ dagli obiettivi di Kyoto. Obiettivi che vedono il nostro paese in gravissimo ritardo: rispetto ad un impegno a ridurre del 6,5% le emissioni di CO2 rispetto al 1990 entro il 2012, siamo di fronte ad un aumento del 13%. Quello che e’ necessario e’ un radicale cambiamento nelle politiche che- conclude- con la Finanziaria e’ solo iniziato”

Sul tema interviene anche il WWF. Secondo cui A San Valentino il vero gesto d’amore va fatto nei confronti dell’ambiente.Il WWF rivolge infatti un appello ai ministri europei dell’Energia in procinto di riunirsi in Consiglio il 15 febbraio per votare il piano energetico europeo. “A coloro che vorrebbero sostenere politiche pro-carbone- sostiene il WWF- chiediamo di prolungare i festeggiamenti di San Valentino fino al 15 febbraio, astenendosi dal partecipare all’incontro”. L’associazione invita poi i ministri ad assicurare che entro il 2020 “il 20-25% dell’energia prodotta dai paesi europei provenga da fonti rinnovabili e fare in modo che il Consiglio europeo abbandoni le vecchie politiche energetiche legate al carbone”. I maggiori paesi europei “hanno gia’ annunciato di voler tagliare il 20-30%- aggiunge- di emissioni di CO2. Questo si tradurrebbe in una forte legislazione a favore
delle rinnovabili”. Il WWF indica un effetto domino virtuoso grazie al taglio di Co2, sintetizzato in 5 punti: maggiore
certezza di fornitura e minore dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, stabilita’ dei mercati grazie a una
riduzione del rischio scarsita’ di energia e aumento dei prezzi, risparmio energetico e finanziario in tutti i settori, riduzione degli impatti sulla salute e dei costi sociali grazie alla drastica diminuzione di inquinamento da combustibili fossili e, infine, netto aumento di posti di lavoro in settori legati all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili.


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