Cultura

D’Alema in Usa. “In Italia sentimento anti-immigrati”

L'ex premier e presidente degli Usa è in visita negli Usa, dopo il Brasile. Prima tappa, Berkley, dove parla di 11 settembre, Nato e immigrazione

di Ettore Colombo

“Non esiste un terrorismo buono. E quando compromette la democrazia è terrorismo di Stato”. E ancora: ”Credo che ci siano valori più importanti della sovranità degli Stati, e che la società internazionale debba esercitare pressioni sugli Stati perché li rispettino, con l’uso della forza quando necessario”. A parlare così è Massimo D’Alema, nel corso della sua prima conferenza americana (tenuta rigorosamente in qualità di ex premier italiano e non come rappresentante dei Democratici di sinistra) a Berkley, California. Il presidente della Quercia parla dentro uno dei santuari della rivolta studentesca degli anni ’60 negli Stati Uniti; e usa toni “atlantici”. Tanto è vero che per spiegare il diritto delle democrazia ad intervenire, cita subito l’esperienza (da lui vissuta direttamente a Palazzo Chigi) del conflitto in Kosovo. “Nei Balcani – ha detto alla platea del campus californiano – la situazione oggi sarebbe peggiore, se non ci fosse stato l’intervento dell’Onu e degli Usa con la Nato. Oggi, almeno, c’è stabilità e democrazia”. Sollecitato dalle domande del pubblico D’Alema ha detto la sua anche sul fenomeno dell’immigrazione e sulla controversa questione mediorentiale. Sul primo punto, collegandosi alla situazione italiana, ha cercato di coniugare rigore e solidarietà. ”In Italia – ha spiegato – c’è un sentimento anti-immigrati e c’era anche prima dell’11 Settembre. Si tratta di un problema che non si può risolvere con la bacchetta magica. Però, abbiamo bisogno degli immigranti, in numero ragionevole. La destra, cavalcando politicamente il sentimento anti-immigrazione, non risolve il problema, ma lo aggrava”. Sul conflitto palestinese invece ricorda le responsabilità del Paese che lo ospita in questi giorni: “Nel caso del Medio Oriente solo gli Stati Uniti hanno influenza su Israele”. Ma per la verità D’Alema non ha mancato di tirare le orecchie all’attuale amministrazione della Casa Bianca anche su un’altra questione, quella della politica agricola degli Usa. Denunciando l’impatto negativo sull’America Latina dell’atteggiamento protezionistico statunitense. D’Alema, giunto in California dal Brasile, aveva visitato prima della conferenza il prestigioso Ateneo, partecipando anche ad un dibattito informale con i docenti della Goldman School of Public Policy sulla situazione europea. Nelle prossime ore, farà un’analoga visita all’Università di Stanford, dove, prima di tenere una conferenza, avrà modo di incontrare l’ex segretario di Stato americano George P. Shultz, l’ex segretario alla difesa William J. Perry e il professore Cavalli Sforza, con il quale parlerà delle nuove frontiere della ricerca biogenetica.


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