Welfare
Dalai Lama: Pechino non può zittire la nostra protesta
Il Dalai Lama a Seattle (Usa) Pechino non può zittire la nostra protesta. Il leader Tibetano arriva negli Usa per un evento dedicato alla compassione e alla solidarietà
Il giorno dopo la protesta di San Francisco, il Dalai Lama arriva a Seattle nella sua prima visita negli Usa dall?esacerbarsi degli scontri in Tibet tra il governo Cinese e i monaci buddisti. «Ho sostenuto le Olimpiadi in Cina sin dall?inizio ? ha detto ai giornalisti nello scalo di Tokyo – e sono molto dispiaciuto che il Governo Cinese mi accusi, invece, di strumentalizzare i giochi per farne propaganda politica». Detto ciò, il leader tibetano, premio Nobel per la Pace nel 1989, ha però ribadito che «Pechino non può sopprimere con la violenza le proteste in Tibet e zittire chi chiede più libertà nel proprio Paese».
A Seattle il Dalai Lama sarà protagonista di ?Seeds of compassion? un evento in partenza domani venerdì 11 aprile e che fino a martedì prossimo prevede conferenze, workshop e concerti proprio sul tema della compassione e della solidarietà. Da settimane l?evento ha registrato il tutto esaurito: agli incontri presenziati dal Dalai Lama sono infatti previste oltre 150 mila persone.
Gli organizzatori, tuttavia, prevedono anche proteste da quella parte della comunità cinese locale, la seconda più grande d?America, che sostiene il governo di Pechino.
Ma il Dalai Lama sembra tutt?altro che intenzionato a rispondere alle provocazioni. Arrivando a Seattle, il leader religioso è stato accolto dai canti dei monaci Tibetani locali, ai quali ha ribadito il suo supporto alle dimostrazioni non violente, dichiarandosi, inoltre, dispiaciuto per le proteste di ieri in San Francisco.
Il Dalali Lama incontrerà pubblico e stampa venerdì mattina per il primo ciclo di incontri previsti all?interno dell?evento ?The seeds of compassion? che sarà dedicato a “Le basi scientifiche della compassione?. A Seattle, inoltre, il leader Tibetano riceverà le chiavi della città dal sindaco Greg Nickels, nonché una laurea ad honoris causa dalla Washington University.
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