Disabilità

Dal welfare della protezione al welfare dei diritti

La Federazione italiana per il superamento dell’handicap ha presentato i risultati del progetto Welfare 4.0: obiettivo, fornire alle persone con disabilità gli strumenti per una vita come quella di tutti gli altri

di Alessio Nisi

La nostra società è sempre più complessa, invecchia e le esigenze dei cittadini sono cambiate. Non solo. Il sistema di welfare basato sulla protezione non ha protetto, dimostrando tutte le sue incongruenze. Per questo c’è necessità di mettere mano a una nuova “infrastrutturazione” sociale che consenta a tutti i cittadini di avere un sistema basato sui diritti e non sull’assistenza e la protezione.

Di che parliamo? Di un welfare che sia non solo di protezione ma comunitario di inclusione e di riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità. Un nuovo welfare, o un welfare 4.0 come lo ha chiamato la Federazione Italiana per il superamento dell’handicap – Fish, che su queste direttrici ha intessuto un progetto, i cui risultati sono stati presentati a Roma.

Anche attraverso Welfare 4.0, Fish si impegna a promuovere e difendere i diritti delle persone con disabilità, che devono poter vivere una vita dignitosa, partecipare attivamente alla società e avere accesso ai servizi, garantendo l’inclusione sociale e l’uguaglianza di opportunità

Vincenzo Falabella, presidente di Fish

Indirizzo alla politica e all’associazionismo

«Welfare 4.0», ha spiegato  il presidente della Fish Vincenzo Falabella, «vuole essere anche un indirizzo alla politica, al mondo dell’associazionismo e del Terzo settore». Per questo il progetto ha anche l’obiettivo di indicare azioni e strumenti innovativi che vanno dal linguaggio della comunicazione alle criticità che gravitano intorno ai progetti di vita indipendente.

Il progetto

Welfare 4.0 è un progetto di Fish sviluppato in collaborazione con Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare – Uildm e Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità – Ledha. Finanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il suo obiettivo «è far in modo che le persone con disabilità possano avere dal sistema socio-sanitario tutti gli strumenti che rendano la loro vita come quella di tutte le altre persone», spiega Falabella.

Oggi il sistema non risponde ai requisiti di universalità. Un sistema di welfare degno di questo nome deve poter contare su risorse certe e consentire ai suoi cittadini di avere una condizione di benessere

Roberto Speziale, vicepresidente Fish

Fondo nazionale unico, risorse certe e benessere

Un fondo nazionale, risorse certe, un modello centrato sulla persona e sul benessere. Questi alcuni dei punti su dovrebbe insistere il mutamento di rotta. Ad indicarli il vicepresidente di Fish, Roberto Speziale. Un cambiamento che potrebbe partire «dal nome del ministero del Lavoro, indicandolo non più come delle Politiche sociali ma per i Diritti sociali». Una voce, quella del sociale che per Speziale dovrebbe disporre di «un fondo nazionale unico che abbia pari disponibilità rispetto a quello per la salute. Il welfare si fa con risorse certe, capienti e con un modello centrato sulla persona». È rilevante, secondo Speziale, che i progetti sperimentali per la vita indipendente che esistono a livello nazionale «non siano più sperimentali e che siano allocati fondi che consentano a tutte le persone con disabilità di poter essere libere perché l’indipendenza è libertà».

La ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, e Vincenzo Falabella, presidente della Fish

Unicità della persona e potenzialità

Alla presentazione dei risultati del progetto è intervenuta in video anche la ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli. «Quando parliamo di welfare», sottolinea, «e di integrazione dei servizi di cura e prestazioni lo intendiamo rispetto al fatto che la persona non deve essere identificata con la sua malattia o con la sua disabilità ma bisogna bene tenere presente che la persona è una persona, non ha solo bisogno di cure mediche ma anche di amicizie, relazioni. In sostanza di poter godere della propria vita. Per tenere insieme tutto questo dobbiamo perseguire il progetto di vita. È necessario che si abbia uno sguardo diverso: vedere nelle persone con disabilità non solo qualcuno da aiutare ma qualcuno con delle potenzialità».

Foto e video da ufficio stampa Fish

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