Non profit
Dal vaglia al fondo, rivoluzione allo sportello postale
Le Poste si trasformano in una grande banca multiservizi
di Redazione
Abituati per decenni a considerare le Poste un formidabile dilapidatore di risorse pubbliche piuttosto che un ente erogatore di un fondamentale servizio pubblico, da qualche anno ci si è dovuti ricredere.
Constatando come con l’apporto di robuste iniezioni di managerialità, anche elefantiaci carrozzoni possono trasformarsi in agili ed efficienti aziende. La metamorfosi ha molteplici origini. Una delle principali, sicuramente è la decisione di trasformare sempre di più le Poste italiane in una delle più grandi (se non la più grande) banca multiservizi del Paese. A costo anche di creare non poco sconquasso in gran parte del paludato mondo del credito che, infatti, sempre più di frequente, malcela il suo fastidio per il dinamismo dimostrato dall’ente guidato da Corrado Passera. Si è cominciato con Conto Bancoposta, Pagobancomat ed altri prodotti simili. Oggi si prosegue con i Fondi di investimento. È di soli pochi giorni fa, infatti, la notizia dell’autorizzazione rilasciata dalla Banca d’Italia alle Poste italiane perché possano vendere fondi comuni agli sportelli. Nello specifico, fondi azionari, obbligazionari e monetari. Si arricchisce così l’offerta finanziaria della Spa di Cardi e Passera che, nel frattempo, hanno già individuato i prossimi alleati nella sfida lanciata al mondo bancario sul versante dei prodotti finanziari: Schroders, per la gestione dei fondi e, molto probabilmente, Deutsche Bank per la commercializzazione.
Info:www.poste.it
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