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Dal tombolo alla taranta l’Italia è un giacimento

La guida dell'Unione nazionale delle Pro Loco

di Chiara Cantoni

Respirare atmosfere barbagie nelle improvvisazioni poetiche dei canti a mutos di Tonara, provincia di Nuoro, dove le quartine, s’isterrida e s’ammantu, si rincorrono e la tradizione orale sarda custodisce la propria identità culturale. Ascoltare l’antico idioma salentino di Sternatia, provincia di Lecce, dove gli anziani del paese dicono ancora con orgoglio: «Imesta griki, siamo greci». Per abbandonarsi, nelle notti di agosto, ai ritmi travolgenti della pizzica, con la celebre Notte della Taranta, il più grande festival itinerante dedicato al recupero della musica popolare e dei balli del Salento. E, nel mese di settembre, indugiare ancora un poco sui sapori dell’estate, con la Sagra du Stoccafissu a baucogna (la sagra dello stoccafisso) nel feudo medioevale di Badalucco, Imola.
Non è una guida turistica tradizionale quella realizzata dall’Unpli – Unione nazionale delle Pro Loco, a conclusione del progetto «Sos patrimonio culturale immateriale», finanziato dal ministero delle Politiche sociali, col patrocinio dell’Enit e dell’Osservatorio parlamentare per il turismo. Non promuove monumenti, musei, chiese, opere d’arte. Il patrimonio dimenticato, questo il titolo del volume che viene presentato a Roma il 30 marzo, racconta un altro tipo di bene: tradizioni orali, folklore, pratiche sociali, riti, feste, artigianato locale. In breve, il patrimonio immateriale, appunto, che rischia di essere rimosso dalla memoria storica di un territorio, pur essendone il fondamento.
«L’obiettivo», spiega il presidente dell’Unpli, Claudio Nardocci, «è stato quello di documentare e archiviare gli argomenti legati alle tradizioni delle località selezionate. Per continuare a tramandare quei saperi trasmessi oralmente e attribuire dignità culturale al ruolo svolto dai loro ultimi custodi: che siano le ricamatrici marchigiane di Mercatello sul Metauro, in provincia di Pesaro, capaci di lavorare ancora alla vecchia maniera il tombolo a fuselli; o le venditrici ambulanti della Val Montanaia, che percorrevano l’Italia settentrionale vendendo utensili in legno, espressione di un mondo rurale che sopravvive nella testimonianza delle anziane sedonere di Cimolais, comune incastonato in un anfiteatro di vette delle Dolomiti friulane».
Ogni località ha la sua storia, le sue leggende, le sue specialità culinarie. Fedelmente riportati nella guida e nella Bibliomediateca Unpli di Civitella d’Agliano, Viterbo: «Qui verrà raccolto e catalogato tutto il materiale prodotto dalle circa 6mila Pro Loco associate. Insieme alle 300 interviste, alle 4mila fotografie e alle 100 ore di filmati, realizzati col progetto “Sos patrimonio culturale immateriale”».

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