Cultura

Dal Texas il rock folk di Devendra in 22 pezzi doc

Recensione del cd "Oh me oh my..." di Devendra Banhart.

di Enrico Barbieri

Ha poco più di vent?anni, Devendra Banhart. è texano, ma la maggior parte del tempo se ne sta in giro per l?America con la sua chitarra a descrivere con una vocina dal timbro indefinibile, un po? maschile e un po? femminile, quello che si vede passare intorno. Insomma, sebbene il fantasioso Devendra sfugga a ogni classificazione, è senz?altro un altro figlio della grande stirpe dei cantori on the road: distilla un rock folk che suona nuovo, fatto di abbozzi di canzone, idee musicali dalla fragilità e velocità di un?ala di farfalla, ritornelli introspettivi e scherzi sonori che ricordano l?estro psichedelico dei primi Pink Floyd. Il suo disco d?esordio, voluto e prodotto da un intenditore come Michael Gira, è un ininterrotto flusso di emozioni freschissime, risa, soffi, battiti di mani, fischi. Tutte le canzoni nascono sovrapponendo le voci di registrazioni differenti su un poco sofisticato quattro piste, con un effetto straniante di grande forza espressiva. Devendra Banhart in Oh me oh my… rivela un?incredibile facilità di scrittura: presenta la bellezza di 22 pezzi, ognuno in grado di dischiudere un mondo nuovo e raccontare l?intimità bruciante, la solitudine e le amicizie fuggevoli di un giovane vagabondo. L?ascolto di quest?album regala la bella esperienza di paesaggi che fuggono rapidi, gallerie buie e luci improvvise, come solo in certi viaggi in treno guardando fuori dal finestrino.


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