Cultura
Dal Senegal un Baobab che regala emozioni afro
Recensione del cd "Pirates Choice" della Baobab Orchestra. (di Enrico Barbieri)
di Redazione
Linee smussate, pink a volontà e le bellissime foto firmate da Malick Sidibé. Già nella confezione Pirates Choice è un piccolo capolavoro, un gioiello per innamorarsi dell?afro anni 70. In quel periodo un?ondata di rumba, mambo e cha cha cha travolgeva l?Africa occidentale: dopo un lungo bagno latinoamericano, percussioni e ritmi negri facevano ritorno a casa. Pieni di nuovi colori. Nei localini di Dakar suonava l?Orchestra Baobab, una band di 11 elementi che sapeva infiammare le lunghe notti senegalesi e che raggiunse una certa notorietà anche in Europa, per poi scomparire all?inizio degli anni 80. Il doppio cd Pirates Choice li ripropone nelle registrazioni storiche dell?omonimo album (1982), con l?aggiunta di alcuni pezzi inediti. Appena dentro il lettore, il disco fa scaturire il suo lirismo fresco, che chiama immediatamente alla danza: le voci sanno graffiare, mimetizzarsi tra i fiati e le sessioni ritmiche, spingere sull?afrocubano o sciogliersi in improvvisi abissi zuccherini. Il tutto ricamato con assoli di chitarra pieni di luci e riverberi. Un prezioso recupero dovuto all?etichetta World Circuit di Nick Gold, la stessa del fenomeno Buena Vista Social Club. Al di là del produttore e delle affinità musicali, ciò che accomuna la sgargiante band senegalese ai vecchietti del Club Buena Vista è la gioia contagiosa della musica: anche i componenti della Baobab Orchestra si divertivano suonando. E ancora si sente.
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