Non profit

Dal pd un testamento pieno di buone intenzioni

Parla il senatore democratico che ha elaborato gli emendamenti

di Chiara Cantoni

Il 5 marzo in Senato approderà il ddl Calabrò proposto dalla maggioranza. «Non faremo ostruzionismo, ma ci apriremo al confronto», annuncia il neurologo Daniele Bosone. Con qualche punto fermo: «Le Dichiarazioni anticipate siano vincolanti e si apra il dibattito sulle cure palliative»
Non erano ancora le 11 del 23 febbraio, che sul ddl Calabrò scrosciava già una pioggia di emendamenti: 585 il numero definitivo. Oltre un centinaio quelli presentati dal Partito democratico, a nome dei singoli senatori o del gruppo parlamentare, 38 dall’Italia dei valori. Il testo, approvato in commissione Sanità, è in calendario in aula per il 5 marzo e per la fine del mese l’Italia potrebbe avere la sua legge sul fine vita. «Nessun ostruzionismo: l’intenzione trasversale è di procedere spediti». Parola di Daniele Bosone, neurologo di lungo corso e senatore controcorrente. Almeno per quanto riguarda l’astensione in votazione. A lui e a Ignazio Marino il compito di redigere gli emendamenti del Pd.
Vita: Senatore, che significato ha la sua astensione?
Bosone: Con Dorina Bianchi (nuovo capogruppo al posto di Marino) e Claudio Gustavino abbiamo inteso raccogliere l’invito del presidente Giorgio Napolitano a redigere un testo il più possibile condiviso.
Vita: Nessun significato metapolitico, dunque?
Bosone: No. Semplicemente, a differenza di altri colleghi, abbiamo colto nel centrodestra la disponibilità a un confronto costruttivo e intendiamo contribuire a migliorare un testo che anche secondo noi presenta dei limiti.
Vita: Come interpreta il “no” dei suoi colleghi di partito?
Bosone: Su temi così fortemente legati alla coscienza individuale ognuno si esprime come ritiene più opportuno, ma ritengo che non sia questo il momento né la sede giusta per fare ostruzionismo. Mi sembra che il “no” sia stato poco lungimirante e poco utile ai fini di un miglioramento pure auspicabile del ddl.
Vita: Quali e quanti emendamenti ha presentato il Pd?
Bosone: Come gruppo 36. Cito i più importanti. Innanzitutto chiediamo che la volontà espressa nelle Dichiarazioni anticipate di trattamento sia una volontà vincolante. Proponiamo un rinnovo quinquennale anziché triennale. Un’ulteriore differenza rispetto al testo Calabrò riguarda la centralità del fiduciario, figura che nel nostro emendamento diventa obbligatoria per tenere fede all’alleanza medico-paziente, soprattutto quando questi non è più in grado di intendere e volere.
Vita: Rimane il notaio anche negli emendamenti del Pd?
Bosone: No, ci sembra poco praticabile. Riteniamo che per validare le Dat basti una certificazione del medico di base, il quale già in altre occasioni svolge funzione di pubblico ufficiale.
Vita: Veniamo al tema, forse, più discusso: l’alimentazione artificiale.
Bosone: Abbiamo depositato un emendamento che ci riserviamo di presentare in aula in modo più compiuto. Ruota attorno a due principi: quello basilare della tutela della vita, e la necessità di inserire un margine più ampio per l’autodeterminazione. Nella nostra proposta si riconosce l’eccezionalità di alcuni casi in cui, chi ne faccia espressamente richiesta, può sospendere nutrizione e idratazione, comunque considerati sostegno vitale e non trattamento terapeutico. In questa fase della discussione, abbiamo mantenuto la dizione generica di “eccezionalità”, che andremo ad articolare più precisamente alla Camera, definendo con l’aiuto della comunità scientifica e a seguito di valutazioni approfondite i paletti da porre. Per esempio si potrebbe stabilire che la possibilità valga solo per i casi di stato neurovegetativo dichiarati tali da almeno un certo numero di anni e in cui l’attività sottocorticale risulti completamente assente.
Vita: Non crede che proprio questo punto possa creare frizioni?
Bosone: Francamente temo che un testo come la bozza Calabrò, che non lascia nulla all’autodeterminazione, possa essere facilmente impugnato e aprire la strada a nuove spaccature. Mi auguro che il centrodestra comprenda questo nostro sforzo di razionalizzazione.
Vita: La famosa «terza via» di Rutelli toglie l’eventuale sospensione della nutrizione dal contesto delle Dat…
Bosone: Qualunque contributo vada nella direzione di una possibile mediazione fra schieramenti mi pare più che legittimo. Il dialogo permetterà di raggiungere la sintesi migliore fra le molte proposte.
Vita: Contenuti aggiunti dal Pd?
Bosone: Un emendamento depositato su mia proposta, poi abbracciato da tutto il gruppo, introduce un punto che ritengo persino più qualificante della nutrizione artificiale, soprattutto per i risvolti concreti nella pratica clinica: è il tema delle cure palliative e delle strutture di accoglienza per i pazienti in stato neurovegetativo e di minima coscienza. Non basta tenere in vita una persona garantendole l’alimentazione: è importante che questi pazienti siano accolti e non abbandonati, come invece accade ora. L’emendamento prevede che si stabilisca un registro nazionale per questo tipo di malati e che ogni Regione attivi una rete di assistenza socio-sanitaria e di strutture ad hoc per l’accoglienza nella fase post acuta, le famose unità di risveglio, ma anche di ricovero permanente. È impensabile e soprattutto ipocrita pensare che la famiglia possa farsi carico di tutto.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA