Cultura
Dal Papa un’apologia dei volontari
Per le seconda volta in 20 giorni il Papa torna in termini appassionati sulla questione
Senza volontariato «il bene comune e la società non possono durare a lungo». È impressionante l’insistenza con cui Benedetto XVI torna su un tema che sembra essere stato completamente dimenticato non solo dalla politica ma anche dalla cultura e a volte dalla stessa società civile: l’importanza insostituibile dell’esperienza del volontariato. L’ultimo episodio è accaduto sabato quando Benedetto XVI ha ricevuto nell’Aula Paolo VI i circa settemila tra funzionari e volontari della Protezione Civile Italiana, accompagnati dal Capo Dipartimento Guido Bertolaso e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Nell’udienza caduta esattamente a 11 mesi di distanza dal terremoto che il 6 aprile scorso ha devastato l’Abruzzo, il Papa ha voluto ringraziare per il loro impegno i tanti “buoni samaritani” che si sono spesi per le vittime di questa tragedia e ricordare, alla luce della sua enciclica “Deus caritas est”, che «l’amore sarà sempre necessario, anche nella società più giusta».
È la seconda volta in poche settimane che il Papa ribadisce in maniera così forte il valore dell’azione volontariato. Il 14 febbraio scorso, in occasione della visita all’Ostello della Caritas intitolato a don Luigi Di Liegro, aveva ribadito parole molto simili: «Senza i volontari non si fa niente». E nel discorso aveva detto: «L’esperienza di volontariato che qui molti vivono è, specie per i giovani, un’autentica scuola in cui si impara ad essere costruttori della civiltà dell’amore, capaci di accogliere l’altro nella sua unicità e differenza».
Sabato nel discorso ai volontari della Protezione civile il Papa ha spiegato che «l’amore del prossimo non può essere delegato» e «lo Stato e la politica, pur con le necessarie premure per il welfare, non possono sostituirlo».
«Non c’è nessun ordinamento statale giusto che possa rendere superfluo il servizio dell’amore», ha continuato. «Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo in quanto uomo. Ci sarà sempre sofferenza che necessita di consolazione, di aiuto». «I volontari», ha specificato il Papa, «non sono dei “tappabuchi” nella rete sociale, ma persone che veramente contribuiscono a delineare il volto umano e cristiano della società».
«Senza volontariato, il bene comune e la società non possono durare a lungo, poiché il loro progresso e la loro dignità dipendono in larga misura proprio da quelle persone che fanno più del loro stretto dovere», ha sottolineato con forza
«Oltre che custodi del territorio », gha detto poi il Papa, «siate sempre più icone viventi del buon Samaritano, conferendo attenzione al prossimo, ricordando la dignità dell’uomo e suscitando speranza».
La vostra missione, ha poi concluso, «non consiste solo nella gestione dell’emergenza, ma in un contributo puntuale e meritorio alla realizzazione del bene comune, che rappresenta sempre l’orizzonte della convivenza umana anche, e soprattutto, nei momenti delle grandi prove».
Quanto alle questioni che hanno visto la Protezione Civile al centro in queste settimane il Papa ha voluto ribadire il senso dell’azione di questo organismo. «La Protezione Civile continua ad essere un immenso valore di competenze e passione». In questo servizio nazionale, ha continuato poi, c’è «un vero patrimonio operativo ma soprattuto etico, un valore prezioso che oggi rivendico con orgoglio, fatto di donne e uomini che insieme hanno scelto di essere sempre pronti a servire il prossimo».
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