Formazione

Dal Miur parte la caccia alle ripetizioni in nero

Circolare per chiedere ai genitori «se siano a conoscenza di simili episodi»

di Redazione

Caccia ai docenti che fanno lezioni private e si fanno pagare in nero. In Friuli Venezia Giulia il dirigente regionale della scuola, Daniela Beltrame, ha infatti inviato una circolare a tutti i dirigenti scolastici della regione, pregandoli «di chiedere ai genitori degli studenti frequentanti i propri istituti, nei modi e nelle forme che riterranno più opportuni, se siano a conoscenza di simili episodi nell’istituto di propria spettanza».

L’iniziativa della Beltrame, in realtà, è stata sollecitata – dice lei stessa nella nota, pubblicata oggi su www.orizzontescuola.it – dal Ministero stesso, Direzione Generale per il Personale Scolastico – Ufficio IV, che sta raccogliendo dati per rispondere a un’interrogazione parlamentare presentata a gennaio dal senatore Lauro.

L’interrogazione (il testo qui) punta il dito contro i numerosi docenti che «impartiscono, di nascosto e illegalmente, spesso con l’omertosa complicità dei responsabili scolastici e dei colleghi, lezioni private ad alunni, anche dello stesso istituto, quando non della stessa classe d’insegnamento, senza dichiararlo alle autorità scolastiche e, naturalmente, facendosi pagare dalle famiglie, ad libitum, in nero». Una  «pratica illegale» con cui i «giovani studenti e le famiglie, costrette a tale pratica illegale, crescono con una visione distorta del ruolo del docente, dell’istituzione scolastica, della funzione educativa e delle pubbliche istituzioni» a cui «è necessario porre rimedio con urgenza» poiché «questa pratica di diseducazione civica, pregiudica, in maniera determinante, l’iter formativo delle nuove generazioni, abituandole al compromesso, all’omertà e alla violazione delle regole». Lauro chiede quindi al Ministro cosa stia facendo  per «stroncare questo deleterio fenomeno».


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