Medio Oriente

Dal Libano la preghiera di padre Toufic: «Carissima bomba, lasciaci in pace»

Toufic Bou Merhi è parroco dei latini del Sud del Libano. Il convento francescano di Tiro è diventato un centro per sfollati interni. Questa la sua preghiera: «Carissima bomba, ti prego, lasciaci in pace. Carissimo razzo, non esplodere. Non obbedite alla mano dell'odio. Vi chiamano bombe intelligenti, siate più intelligenti di quelli che vi stanno usando. Non è rimasto chi ammazzare»

di Redazione

Toufic Bou Merhi è parroco dei latini del Sud del Libano. Il convento francescano di Tiro è diventato un centro per sfollati interni.

Avevamo raccontato la sua storia in questo articolo: «Libano, padre Toufic: «Così la mia chiesa si è riempita di sfollati». Gli attacchi dell’esercito israeliano al Paese non si fermano, e aumenta il numero di morti, feriti e sfollati. La preghiera padre Toufic.

Carissima bomba, ti prego, lasciaci in pace.
Carissimo razzo, non esplodere.

Non obbedite alla mano dell’odio.
Vi esorto perché le altre orecchie si sono tappate, e i cuori dei responsabili si sono induriti, e la brutalità nel trattare tra le persone si è diffusa, quindi, ascoltatemi voi vi supplico.
Vi chiamano bombe intelligenti,
siate più intelligenti di quelli che vi stanno usando.

Non è rimasto chi ammazzare.
Famiglie sterminate.
Sila, bambina di sei anni, non le è rimasto nessuno: né il babbo, né la mamma, né la sorellina di un anno e mezzo, né il nonno, né la nonna, né lo zio con la sua famiglia. L’hanno lasciata in questo mondo così crudele.
Così abbiamo terminato la giornata ieri. Un razzo ha distrutto nove case nel povero quartiere di Tiro, a 50 metri dal convento.
Le pietre sono cadute nel cortile dove si trovano gli sfollati. Terrore, grida, pianti, paura si sono mescolati con il sangue dei feriti. Così abbiamo accolto chi è rimasto della famiglia massacrata.
Basta, basta!
Ma a chi grido? Al Signore? Lui non c’entra con l’odio, Lui ha creato l’amore, ma l’uomo l’ha rifiutato per il suo simile.
Quale sia il nostro peccato, che meriti una punizione così grave? Forse l’unico nostro peccato è questa terra benedetta dal Signore e profanata dall’uomo. La nostra colpa è essere nati in questo Paese che soffre da oltre 50 anni, pagando il prezzo per gli altri. Cosa rispondo agli sfollati che mi chiedono della buona colazione promessa da Abbas? La mia bocca è rimasta paralizzata e le mie parole vuote. Una lacrima è venuta in mio soccorso per dir loro che Abbas, dal cuore grande e generoso, è partito…”

AP Photo/Hussein Malla/Associated Press/LaPresse

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