Politica
Dal family day alla family night
Così la politica s'è scordata delle promesse. In edicola con VITA magazine di questa settimana
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Finanziaria 2010, zero euro sulla riga famiglia. Nessuna voce, nessun capitolo di spesa, neanche uno straccio di emendamento per la famiglia come soggetto. Come se la famiglia non esistesse. O come se le fosse sufficiente la pubblica riconoscenza del ministro Tremonti, che l’ha indicata come il primo e più efficace ammortizzatore sociale del Paese, nell’anno nero della crisi. Lo è con i giovani che restano senza reddito, tra un contratto a progetto e l’altro; lo è con i più piccoli, visto che in Italia il 50% dei bambini fra 0 e 3 anni è curato dai nonni; lo è ancora – non si sa per quanto, sembra che l’equilibrio possa in qualche modo resistere al massimo fino al 2030 – nella cura degli anziani. Grazie a tutti, e tanti saluti. Famiglia, bye bye.
Conti a somma zero
Di voci, a dire il vero, ce n’erano pochine anche nella Finanziaria 2009. Anzi, propriamente c’era solo quel bonus famiglia di 2,4 miliardi di euro. Scomparso, come d’altronde è nella logica dei bonus. Scomparsi pure, ed era altrettanto prevedibile, i cento milioni di euro del Fondo straordinario asili nido: il 2009 era l’ultimo anno del piano triennale nato sotto la Bindi, che con un investimento di 727 milioni di euro ci ha portati solo a una copertura media del 16%, ben lontano dal 33% che l’Europa chiedeva per il 2010. L’anno scorso c’erano poi il bonus elettricità e il bonus gas, anche se quest’ultimo è partito talmente in ritardo da sembrare un regalo del 2010. Idem per i 5 milioni di euro del bonus vacanze e gli 85 del Fondo di credito per i nuovi nati, che hanno visto la luce in queste settimane ma hanno in realtà una data di concepimento (e di finanziamento) segnata sulla vecchia agenda. I conti sono presto fatti: quando le associazioni familiari, infuriate, denunciano una “finanziaria a euro zero”, dicono il vero. Che siamo a un punto di non ritorno lo provano anche le parole con cui il 25 gennaio il cardinale Angelo Bagnasco ha aperto i lavori del Consiglio permanente della Cei: va bene puntare sull’economia, ma soprattutto è «doveroso» per i vescovi «incoraggiare il ricentramento della politica, anche quella fiscale, sul perno delle famiglie, in particolare quelle con figli, perché da elemento di risulta, che attenua i contraccolpi negativi, diventino soggetto propulsivo di sviluppo».
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Inoltre nel numero di VITA in edicola, sullo stesso argomento:
– “E’ la nuova priorità, (anche se la Cgil non vuole capirlo)”.
Intervista a Raffaele Bonanni, segretario Cisl;
– “Basta contentini. Ora dateci una roadmap”
– E un intervento di Marco Vitale “Rent a baby”
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