Dal Comune di Milano un terreno edificabile a Vidas

Il Comune di Milano ha concesso un terreno edificabile al Vidas, l’associazione volontari domiciliari italiani per l’assistenza ai sofferenti che si occupa dei malati terminali. E’ stata, infatti, approvata una delibera di indirizzo predisposta dall’assessore al Demanio e Patrimonio on.Giancarlo Pagliarini in base alla quale sarà concesso un diritto di superficie quarantacinquennale su un terreno edificabile di proprietà del Comune di Milano di oltre 6 mila metri quadri a favore della Vidas. Su questa superficie Vidas realizzerà un Hospice destinato al ricovero e alla degenza dei malati terminali. L’elargizione di un diritto di superficie quarantacinquennale su un area di proprietà è, sottolinea una nota di Palazzo Marino, “un atto di concreta solidarietà rivolto non solo all’associazione ma a tutta la comunità milanese. Un atto di liberalità motivato dalla valenza sociale dell’iniziativa dato che Vidas, unica istituzione privata in questo settore, non opera a scopo di lucro e vive esclusivamente delle offerte collettive grazie ai contributi ed alle donazioni di aziende, banche e cittadini”. L’associazione fornisce assistenza domiciliare completa e gratuita ai malati terminali di cancro, un servizio denominato “ospedale in casa”. La delibera approvata dalla giunta milanese non trascura però di salvaguardare l’interesse patrimoniale del Comune. Sarà, infatti, concesso il diritto gratuito di superficie limitato a quarantacinque anni ma, all’estinzione del diritto, il Comune sarà per accessione, proprietario di un edificio che potrà eventualmente essere utilizzato per servizi sociali. L’area che ha una superficie di 6.100 metri quadri, attualmente sistemata a verde, sita in Via Betti-Cechov, si trova in una zona edificata al centro del quartiere Gallaratese e Vidas la ritiene particolarmente idonea alle sue finalità sia per le dimensioni sia per l’ubicazione. Qui Vidas intende realizzarvi un complesso edilizio ospedaliero con uffici amministrativi di supporto destinato all’assistenza di pazienti che non possono essere adeguatamente seguiti al proprio domicilio per la totale solitudine e la precarietà di condizioni sociali in momenti di particolare criticità clinica.