Politica
Dal Cipe 200 milioni per Coop e imprese sociali. Guerini: «Un segnale forte»
Nella seduta straordinaria del Comitato interministeriale per la programmazione economica è stato stabilito che le risorse arriveranno «attraverso il Fondo Rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca». Per il presidente di Confcooperative, «dimostra la volontà del Governo nei confronti del Terzo Settore. Ma ancora non basta per recuperare l'entusiasmo dopo la doccia fredda della Riforma»
Nella seduta straordinaria di giovedì 6 agosto, il Cipe – Comitato interministeriale per la programmazione economica tra le altre cose ha «stanziato 200 milioni per le cooperative e le imprese sociali attraverso il Fondo Rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca». Una decisione salutata molto positivamente da Giuseppe Guerini, presidente di Confcooperative-Federsolidarietà.
Come legge questa decisione?
È un segnale che il governo sembra davvero credere nell'impresa sociale e nelle cooperative sociali. La Riforma è spiaggiata, almeno questo è un segnale che ci sono risorse che erano state promesse e che vengono messe in circolo.
Quindi è una decisione che in qualche modo fa ben sperare anche per le sorti della Riforma?
Sì, nel senso che lo leggo come una conferma della volontà del Governo. Quando venne presentata la legge delega c'era questa questione del fondo. Oggi si trasforma in uno stanziamento di liquidità che favorisce l'investimento. Non si tratta di soldi dati a pioggia ma di prestiti agevolati. Un sistema che apprezziamo perché valorizza il fatto di fare impresa. Si tratta di qualcosa che non si esaurisce ma continua ad alimentarsi. Ed è importante che sia rivolto sia alle cooperative sociali che alle imprese sociali. Ma dobbiamo comunque stare sul chi va là.
Perché?
È stato arginato un tentativo del ministero della Agricoltura di introdurre la possibilità di accedere al fondo rotativo solo per quelle imprese che hanno la contabilità semplificata. Le uniche ad averla sono quelle agricole. Era un tentativo per beffarci di nuovo. In quel modo i fondi sarebbero stati dirottati sull’agricoltura. Un’operazione che non ci è piaciuta perché conferma che c'è un retro pensiero opportunistico nei confronti del Terzo Settore.
Questo del fondo è un passo. Quanti altri ne mancano perché ci sia una vera rivoluzione del Terzo Settore?
Ci sono alcuni passaggi estremamente importanti. La Riforma prima di tutto. Un secondo segnale che stiamo aspettando è l'Iva per le prestazioni socio educative e assistenziali. Si sono ventilate ipotesi di prevedere regimi di esenzione Iva. Sarebbe la negazione della propensione all'investimento. In Legge di Stabilità ci attendiamo che si arrivi ad una soluzione. L'altro appuntamento importante riguarda il recepimento della direttiva europea sugli appalti e concessioni. È importante mettere i riferimenti corretti ad una buona regolamentazione agli affidamenti al Terzo Settore. Solo così tornerà un po' di entusiasmo dopo la doccia fredda della legge delega.
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