Non profit
Dal catering ai saponi: il lavoro sociale prende il largo
Isole Shetlands il caso Cope
Ci sono 50 impiegati di cui 11 disabili, un’altra cinquantina di formatori a disposizione, un esercito di volontari sempre pronti a dare una mano, una cascata di premi e un budget annuale di oltre 1,5 milioni di euro. Fondata nel 1997, l’impresa sociale Cope (www.cope.ltd.uk) è il fiore all’occhiello del terzo settore scozzese.
Considerato fin dalla sua nascita un modello di innovazione sociale, Cope ha il cuore della sua azione nelle Isole Shetlands, un territorio situato al largo delle coste settentrionali del Regno Unito e che accoglie 22mila abitanti. «La nostra impresa è nata per dare una risposta concreta a un paradosso», spiega il fondatore di Cope, Frank Millsop. «Tra la pesca, l’agricoltura, il turismo e i giacimenti petroliferi, le Shetland possono contare su un potenziale economico enorme. Eppure, come se tutto questo non esistesse, negli anni 90 l’accesso delle fasce sociali più deboli al mondo del lavoro e della formazione era ancora molto limitato, soprattutto per i disabili».
Di fronte all’insensibilità dei poteri pubblici e il praticamente nullo coinvolgimento del mondo imprenditoriale per questa situazione, Millsop si è convinto della necessità di inventarsi qualcosa per «colmare il vuoto che si era venuto a creare sul mercato dei bisogni sociali», spiega. Rivolgendosi a un pubblico di nicchia, Cope ha sviluppato una miriade di attività economiche, tra cui un’azienda di torrefazione (la Karibuni Coffee), una compagnia che produce saponi e creme, un servizio di chef a domicilio che utilizzano solo prodotti naturali (la Sheltands Soap Company) e un servizio di catering (la Cope Catering, che è stato il primo dei progetti lanciati, nella foto). In 12 anni di attività, la Cope ha raccolto sei premi nazionali, tra cui – nel 2005 – il prestigioso Social Enterprise Award.
Ultimamente, però, qualche scossone sta minando questa impresa sociale di successo: in meno di un anno la carica di general manager è stata ricoperta da tre direttori diversi, e un progetto sperimentale che pareva ben avviato, per la produzione di bio-diesel a partire da olii vegetali, ha subìto una battuta d’arresto. Millsop è sereno: l’Anno del volontariato può essere un’occasione per ripartire con più slancio.
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