Salute

Dal 1° Giugno, Cosenza sospende l’erogazione dei prodotti senza glutine

AIC-associazione italiana celiachia denuncia: «Dopo le vicende di Catanzaro, ancora una volta negato il diritto di accesso alle cure ai pazienti celiaci»

di Redazione

Il mese scorso i titolari di farmacie aderenti a Federfarma Calabria nella Provincia di Catanzaro, sospendevano l’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine ai pazienti affetti da celiachia in risposta ai contrasti con l’Amministrazione Sanitaria locale sulle procedure di rimborso dei costi degli alimenti senza glutine erogati ai pazienti celiaci. Ricorrendo alla sospensione del servizio, i farmacisti privano di fatto i cittadini celiaci di un farmaco salva vita.

Oggi, a breve distanza dall’episodio di Catanzaro, solo momentaneamente risolto, sono i farmacisti della Provincia di Cosenza a negare alle persone celiache l’accesso all’unica cura attualmente nota per il trattamento della celiachia, “diritto stabilito dalla Legge 123/05 a tutti i celiaci italiani, ma che quelli calabresi, circa 5.000, si vedono negato, prima a Catanzaro ed oggi a Cosenza», rende noto la Presidente di AIC Calabria, Anna Cannizzaro.

A scatenare la reazione dei titolari di farmacie è la circolare Federfarma Cosenza, ferma nella decisione di sospendere l’evasione dei buoni nel caso in cui la Regione Calabria dovesse non confermare le attuali modalità e procedure per accedere al rimborso. E a farne le spese sono, ancora una volta, i pazienti celiaci.

Elisabetta Tosi, Presidente dell’Associazione Italiana Celiachia Onlus condanna l’accaduto e sottolinea come «sospendere l’accesso ai prodotti senza glutine tramite i buoni del Servizio Sanitario Nazionale esponga di fatto una fascia vulnerabile della popolazione, tra cui anche bambini, donne in gravidanza, anziani affetti da questa patologia, al rischio della mancata aderenza alla dieta senza glutine, che deve essere seguita rigorosamente e per tutta la vita onde evitare le complicanze, anche gravi, che la malattia non curata può comportare».

«Una pesante discriminazione quindi – prosegue la Tosi – in particolar modo per le fasce meno abbienti della popolazione celiaca, che si trovano ancor più in difficoltà in un periodo storico di grave crisi economica, dove per molti è difficile anche arrivare alla fine del mese».

Il fatto è ancor più grave se si prende in considerazione la realtà calabrese, dove non è ancora attiva
la distribuzione dei prodotti nella Grande Distribuzione e ni negozi specializzati e dove , quindi, le farmacie rappresentano l’unico canale per accedere alla terapia, come tiene a ricordare la Presidente Anna Cannizzaro. «La distribuzione negli esercizi commerciali, che la legge in Italia consente dal 2001, sarebbe permessa in Calabria dalla delibera del 14 luglio scorso, su cui pende il ricorso al TAR della stessa Federfarma Calabria. Di conseguenza ritengo che i farmacisti calabresi, quali unici dispensatori della terapia per le persone celiache, debbano rispondere al dovere, che il loro stesso codice deontologico prevede, di dispensare le cure, atto sanitario a tutela della salute dei pazienti».

Riguardo alle istanze sollevate dalla categoria dei titolari di farmacie, la Presidente Nazionale e la Presidente Regionale di AIC concordano nel ritenere legittima la richiesta di vedere riconosciuto il rimborso delle prestazioni, essenziali in Calabria come in tutte le altre regioni «Quello garantito dalla farmacia è un servizio essenziale per rispondere alle esigenze di tutti i piccoli centri e al tempo stesso per la capacità di garantire ogni alimento disponibile nel mercato – precisa Elisabetta Tosi -, ma la salvaguardia dei diritti di una categoria sociale ed economica non può e non deve pesare sul diritto alla salute dei pazienti celiaci»

In conclusione Anna Cannizzaro rende esplicita la richiesta dell’associazione che tutela i pazienti celiaci in Calabria, supportata da tutte le altre 19 organizzazioni regionali e dalla Federazione Nazionale, in rappresentanza delle persone affette da celiachia nel nostro Paese: «L’Associazione Italiana Celiachia, chiede che si apra un urgente confronto tra le parti per trovare una soluzione che rispetti le norme nazionali e regionali in tema di assistenza ai celiaci e si ponga fine alla lesione del diritto dei pazienti celiaci, atto gravissimo che non ha precedenti in nessun’altra regione italiana.”

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