Non profit

“+Dai -Versi”. Vita chiede ai lettori un po’ di attenzione

L'approvazione finale della legge come emandemento alla Finanziaria è "a rischio" causa "problemi di cassa" del governo. L'appello dei proponenti e del nostro giornale a tenere alta la guardia

di Ettore Colombo

Roma, Montecitorio – nostro servizio.

Non tutte le ciambelle riescono col buco. La “+ Dai – Versi”, per dire di una delle migliori “ciambelle” che tutto il mondo del non profit si aspetta non certo come “una regalìa” ma come un giusto riconoscimento del “valore aggiunto” che il Terzo settore offre al motore – decisamente imballato – dell’economia italiana e soprattutto del welfare, è di nuovo pencolante, appesa com’è – tanto per cambiare – ai mutevoli umori della classe politica italiana (specie quella di governo).

Dunque, cerchiamo di ricapitolare i fatti. Licenziata dalla commissione Finanze (quella presieduta dal perbene e competente on. Giorgio La Malfa, Pri-Cdl) con un ordine del giorno unanime, superato anche l’esame della commissione Bilancio (quella presieduta dall’arcigno e poco incline al testo in questione on. Giancarlo Giorgetti, Lega Nord-Cdl), il provvedimento legislativo n. 3459, primi firmatari gli onorevoli Benvenuto (Ds-Ulivo) e Iannone (Fi-Cdl) aveva (ed ha ancora, s’intende) due strade davanti a sé. Quella maestra, che comunque verrà perseguita, e cioè l’esame in seconda battuta del Senato della Repubblica (seguendo identico iter: prima commissione Finanze, per competenza, poi tutte le altre commissioni, parere consultivo, infine la commissione Bilancio, parere finale e obbligatorio, anche se solo per il rispetto dei vincoli di bilancio) e – ove non intervenissero modifiche – licenziamento del testo da parte del Parlamento con relativa pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale (si tratterebbe, in quel caso, dell’approvazione di una legge d’iniziativa parlamentare, per di più bipartisan, una specie di miracolo del sangue di San Gennaro che si scioglie nella storia della Prima come della Seconda Repubblica…).

Oppure, appunto, come già sanno i lettori di Vita, si è prospettata, nelle more della discussione in sede di commissione Finanze e Bilancio della legge Finanziaria (che, come si sa, blocca la discussione di ogni altra legge e impegna le Camere fino al termine della sua approvazione il 31 dicembre), la possibilità che la + Dai – Versi diventasse un emendamento a questa. Iniziativa – una specie di uovo di Colombo di raffinitissimo conio – presa dagli onorevoli proponenti (Iannone e Benvenuto), appoggiata da molti altri e sostenuta, infine, anche dall’Intergruppo parlamentare sulla Sussidiarietà.

Ora – ci fa sapere l’on. Benvenuto – è molto probabile che mercoledì prossimo 10 novembre venga discusso, in aula, la proposta di legge n. 3459 che entrerebbe a questo punto e a pieno titolo dentro un’altra legge, la Finanziaria 2005, cosa che da un lato ne assicurerebbe l’immediata approvazione ma che dall’altro deve scontare i marosi tormentati e fangosi che, in questi mesi, vedono da un lato la maggioranza e l’opposizione l’un contro l’altro armati e dall’altro vedono – soprattutto – un governo disperatamente morso dalla (triste) tarantola di dover far cassa con tutto quello che ha a spese di chiunque si trovi di fronte. Enti locali, in primis, ma anche imprese (vedi Irap), Sud (vedi proteste di tutti), stipendi, salari e pensioni (vedi sciopero generale proclamato da Cgil, Cisl e Uil). La + Dai – Versi, dunque, per quanto comporti un esborso ridicolo per le casse dello Stato (60 milioni di euro circa, voce già ricoperta, come individuato dai proponenti, dall’aumento del prelievo erariale su altre forme di gettito fiscale dello Stato), potrebbe essere individuata come una delle – tante, troppe – voci da tagliare per “fare cassa”. Di conseguenza, il governo – per bocca dell’onorevole Crosetto (Fi-Cdl) e del sottosegretario all’Economia Morgora (Lega-Cdl), che pure hanno assicurato a Vita, in diverse occasioni, il loro sostegno alla proposta, potrebbero essere “tentati” di chiedere all’aula di esprimersi con un parere negativo (parere che, nel caso della Finanziaria, che si vota a scrutinio palese, vincolerebbe tutti i deputati della maggioranza…) alla legge. Benvenuto e Iannone lo temono e chiedono ai lettori di Vita e a tutto il mondo del non profit e del Terzo settore di mobilitarsi, “come avete fatto benissimo in occasione del delicatissimo passaggio in commissione Bilancio della legge, dove abbiamo vinto questa battaglia anche e soprattutto grazie all’appoggio del mondo del Terzo settore e alla pressione esercitata dal settimanale Vita”.

Cari lettori e amici di Vita, qualcuno di voi intende rispondere a questo ennesimo ma ancora una volta cruciale appello “bombardando” di email le caselle di posta elettronica dei deputati di maggioranza come di opposione, del governo come del presidente della Camera e del presidente della Repubblica? Noi di Vita speriamo davvero – e di nuovo – di sì. Pronti da lunedì?

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