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+Dai -Versi: botta e risposta Sole 24 ore- Vita

Botta e risposta sulla deducibilit

di Redazione

La nota non firmata del Sole 24 ore ieri in prima pagina ieri: “Le spinte elettorali” Avrebbe dovuto essre un emendamento alla Finanziaria. Poi un “collegato”. Quindi alla fine dell’anno, un decreto legge. in sei mesi il decreto sulla competitività ha cambiato più volte forma, metodo e sostanza. E ha collezionato una serie di rivii. Intanto si sono avvicinate le elezioni con la spinta a richieste strumentali come quelle della Lega sui dazi. E con il rischio di trasformarlo in un provvedimento omnibus per soddisfare piccole clientele e grandi interessi. Come per lo sconto Iva agli agricoltori, voluto da Alemanno, o le agevolazioni per le Onlus, chieste dall’Udc. Tutte iniziative condivisibili. Ma che c’entrano con la competitività dell’industria e che rischiano di appesantire un convoglio che continua a fare una fatica immensa a compiere il primo passo. E intanto il 2005 per il Paese è quasi perduto. Ecco la lettera di Riccardo Bonacina pubblicata oggi da Il Sole 24 ore Carissimo direttore, mi ha molto stupito la nota in prima pagina del Sole 24 ore di oggi intitolata ?Le spinte elettorali? dove, a proposito del tanto atteso decreto sulla competitività e sullo sviluppo, si citano come esempio di concessioni a ?piccole clientele e grandi interessi? tra le oltre 200 pagine del provvedimento due soli esempi: lo sconto Iva agli agricoltori o le agevolazioni alle Onlus?. La nota mi ha sorpreso per almeno due ragioni. La prima è perché mi era parso che anche il suo giornale avesse significativamente prestato attenzione (con belle inchieste e autorevoli commenti) alla necessità di una profonda revisione di un Welfare che ancora fatica ad immaginarsi nuovo rispetto alle antiche e non più sostenibili logiche corporative e di pura erogazione. Per riformare un Welfare che non si regge più per le drammatiche assimetrie tra bisogni e risorse, bisogna mettere in campo qualcosa di veramente nuovo e capace di liberare tutte le energie presenti in questo Paese. Tali azioni e misure, che anche la vostra nota qualifica come “condivisibili”, credo che non solo entrino a pieno titolo dentro un provvedimento indirizzato al sostegno dello sviluppo e della competitività del sistema Italia, ma ritengo ch’esse siano addirittura necessarie e urgenti. La seconda ragione è che la misura che la vostra nota liquida frettolosamente come ?agevolazioni alle Onlus? (sbagliando giacché si tratta di agevolazioni ai donatori delle Onlus, siano esse persone fisiche che giuridiche) rappresenterebbe un primo e significativo passo verso la costruzione di un Welfare più moderno. Si tratterebbe, in sintesi di introdurre ciò che è già stato sperimentato in tutti i Paesi ad economica avanzata, dove il rapporto tra i cittadini e i soggetti non lucrativi è fondato sul riconoscimento della deducibilità fiscale delle liberalità elargite dai contribuenti, sistema che incentiva le donazioni prevedendone la deducibilità di queste dal reddito. Valorizzare ciò che i cittadini producono come risposte ai bisogni sociali non è un costo, ma un investimento, non una spesa ma all’opposto un risparmio. Come ha sottolineato qualche settimana fa l?ex ministro Tremonti sul settimanale Vita: ?Per cominciare a cambiare non serve molta fantasia. Basta non essere ciechi. Basta guardare all’esistente, per valorizzarlo. Per esempio guardare ai grandi numeri del terzo settore, numeri che dicono che quanto lo Stato sociale garantisce, in termini di orario di lavoro ridotto o di età di pensione anticipata, la società lo ?restituisce? in abbondanza, trasformando il ?tempo libero? e l’?età di riposo? in forme sempre più intense di solidarietà sociale”. Se il ruolo della società cresce, il circuito politico-finanziario non può restare tutto verticale e centrale. Oggi il cittadino vuol essere in qualche modo padrone della sua imposta e perciò vuole influire sulla sua destinazione. Da questo punto di vista l?introduzione della deducibilità delle liberalità anche nel nostro Paese è segno obiettivo d?innovazione e modernità. Chi in queste settimane nel Palazzo della politica ha tenuto botta, come l’on. Marco Follini, su questa richiesta che nasce da una campagna della società civile che ha visto coinvolti 100mila cittadini, 60mila realtà del non profit e 250 parlamentari ha dimostrato attenzione ad una vera esigenza riformatrice che sicuramente può concorrere alla competitività del sistema Italia. Riccardo Bonacina

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