Cultura
Dai massimi sistemi alle 26.900 lire
Sette libri che da punti di osservazione diversi hanno lo stesso tema: le incognite di questi mesi dopo gli attentati dell'11 settembre
A fronte di un calo generalizzato dei consumi che dopo gli attentati dell?11 settembre ha colpito in particolar modo il turismo, i beni di lusso e quegli acquisti che i pubblicitari definiscono ?d?impulso?, c?è un settore che non solo non ha accusato flessioni ma ha anche registrato una crescita di ben il 10 per cento: quello dei libri. La gente entra in libreria molto più motivata a comprare, dice una recente indagine delle librerie Feltrinelli, con una predilezione per i temi che più si prestano a una ?polarizzazione? concettuale: pace/guerra, statalismo/liberismo, globalizzazione/ antiglobalizzazione, pubblico/privato, ecc. Addirittura (e anche questo è un segno dei tempi) mai come in questo periodo, si stampano libri falsi, come dimostra il sequestro record del 15 novembre scorso, a Napoli, di due milioni di volumi (la più grande violazione sul diritto d?autore mai perpetrata in Italia). Così uno dei beni rifugio più efficaci contro il terrorismo sembra rivelarsi la lettura (non è un caso, peraltro, che proprio una libreria, la Lagun di San Sebastian, in Spagna, sia stata per anni il nemico più insidioso dei terroristi baschi dell?Eta). Quella stessa lettura che Cartesio amava definire una ?conversazione con l?umanità? e che oggi aiuta a interrogarsi e, possibilmente, a comprendere come i grandi fenomeni entrano nella vita di tutti i giorni. Per esempio, in quest?epoca di economia mondializzata, quale tipo di capitalismo sopravviverà? è la domanda cui prova a rispondereRonald Dore in Capitalismo di borsa o capitalismo di welfare (Il Mulino, 44.000 lire, 22,72 euro). Autore nel ?90 del fortunato (quanto, a onor del vero, poco profetico) best seller Bisogna prendere il Giappone sul serio, Dore, docente alla London School of economics e all?Insead di Fointainebleau, pur non nascondendo la sua predilezione per il secondo modello (che contempera, come egli stesso sottolinea, un ruolo a volte troppo invadente dello Stato e incoraggia atteggiamenti di dipendenza e pigrizia), traccia le linee di un affascinante dibattito sulle sorti dei diversi sistemi capitalistici e si chiede se e come siano destinate a sopravvivere le diversità in un mondo percorso dalla globalizzazione finanziaria.
Sempre sul welfare e su uno dei suoi capitoli più interessanti, quale è quello della riforma delle pensioni, è incentrato anche il volume di Elsa Fornero e Onorato CastellinoLa riforma del sistema previdenziale italiano (Il Mulino, 26.000 lire, 13,43 euro). Entrambi economisti dell?Università di Torino (Castellino, inoltre, è presidente della Compagnia di Sanpaolo) gli autori sostengono che, sebbene con i governi Amato (del 1992), Dini e Prodi siano stati compiuti importanti passi in avanti in termini di correzione delle principali anomalie del sistema, molto resta da fare e, quindi, individuano e discutono le misure necessarie a tale scopo. Chi invece alla pensione, o meglio, al distacco dal mondo lavoro, guarda non in chiave accademica bensì come opportunità per riconciliarsi con se stessi è Robert Reich in L?infelicità del successo (Fazi, 35.000 lire, 18,08 euro). Brillante ministro del Lavoro nella prima amministrazione Clinton, dimessosi dall? incarico per dedicarsi di più alla famiglia, Reich trae spunto da quest?esperienza per riflettere sulle nevrosi dell?American way of life nell?era della new economy. Uno stile di vita, afferma, che, rende sempre più difficili i rapporti sociali, incentiva la formazione di piccole comunità chiuse in se stesse e lascia indietro le persone più povere, più deboli fisicamente. La storia di Reich ricorda quella di Bill Parcell, allenatore della squadra di football New York Giants (incarico da due milioni di dollari l?anno) che nel 1991 si dimise all?improvviso perché «non ne ho più voglia» disse, «e finché ne ho la possibilità voglio ancora fermarmi ad annusare le rose».
Un successo ?da modernità? che mette a repentaglio la stessa libertà, argomenta Ulrich Beck in Libertà o capitalismo (Carocci, 26.000 lire, 13,43 euro). Sociologo, docente anch?egli come Dore alla London school of economics, Beck ci guida attraverso i dilemmi e i nodi irrisolti della società contemporanea aiutandoci a capire (ammesso che sia possibile), chi vince e chi perde nel processo di globalizzazione. Chi invece in questo processo perde senza possibilità di appello è, nel divertentissimo romanzo Lire 26.900 di Frédéric Beigbeder (Feltrinelli, 26.900 lire, 13,89 euro), il consumatore. Preso di mira, impietosamente, sin dall?incipit dal protagonista del libro: «Mi chiamo Octave e sono un pubblicitario: ebbene si, inquino l?universo. Io sono quello che vi vende tutta quella merda. Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. Io vi drogo di novità e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C?è sempre una novità più nuova che fa invecchiare la precedente. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma». Attenzione agli abusi della pubblicità, dunque, il messaggio di Lire 26.900 (tipico prezzo civetta). E attenzione agli abusi del mercato il messaggio di Luigi e Donato Masciandaro in Moneta, banca, finanza. Gli abusi del mercato (Hoepli, 36.000 lire, 18,59 euro), un testo che offre una trattazione sistematica dei diversi fenomeni di patologia finanziaria che finiscono con l?ostacolare lo sviluppo dell?economia reale. Come spiega Marco Vitale nella raccolta di saggi Sviluppo e spirito d?impresa (Il Veltro, 50.000 lire, 25,82 euro). Scrive nell?introduzione Gianfranco Dioguardi, imprenditore illuminato, allievo di Adriano Olivetti: «Questa raccolta di saggi mi è parso possa interpretare bene l?idea che dei libri ha fornito Marcel Proust nelle sue Giornate di lettura: una delle grandi e meravigliose caratteristiche dei bei libri è questa: che per l?autore essi possono chiamarsi ?conclusioni? e per il lettore ?incitamenti?. Noi sentiamo benissimo che la nostra saggezza comincia là dove finisce quella dello scrittore; e vorremmo che egli ci desse delle risposte, mentre tutto quello che egli può fare è d?ispirarci desideri».
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