Cultura

Dai 600 delegati Caritas un appello sul servizio civile

E' rivolto al Nuovo Governo e il nuovo Parlamento assicurino finalmente al servizio civile la dovuta attenzione

di Redazione

I seicento rappresentanti delle 223 Caritas diocesane, riuniti in convegno ad Acireale, dal 18 al 21 giugno 2001 testimoniando un’esperienza di servizio civile degli obiettori di coscienza lunga oltre vent’anni, che coinvolge 190 diocesi in tutto il paese, quasi 5000 giovani ogni anno e circa 2000 centri operativi impegnati sul territorio a contrastare la povertà e l’esclusione sociale e ultimamente – in Rwanda, Bosnia e Kosovo – a favorire prospettive di riconciliazione; confidando che in questo inizio di legislatura il Nuovo Governo e il nuovo Parlamento assicurino finalmente al servizio civile la dovuta attenzione, così come auspicato dal Consiglio Permanente della CEI (22- 27 gennaio 2001) nel riconoscerlo “… come percorso educativo per i giovani e come significativo contributo a iniziative e servizi utili alla comunità, in campi come quelli della salute, dell’assistenza agli anziani, agli emarginati, ai portatori di handicap, oltre che di altre necessità sociali”; auspicano un pronto superamento delle incertezze e carenze normative e gestionali che causano disagi e discriminazioni fra giovani ugualmente chiamati ad assolvere gli obblighi di leva e determinano onerose difficoltà e oggettivi danni per gli enti convenzionati per il servizio civile e per gli stessi destinatari di tale servizio; ribadiscono che, coerentemente al loro ruolo pastorale, le Caritas diocesane si sentono chiamate a realizzare progetti di servizio civile con chiara valenza formativa, così da offrire a molti giovani – obiettori di coscienza ma anche, in forza della nuova legge, ragazze e ragazzi esenti dagli obblighi di leva – percorsi di cittadinanza solidale e di educazione alla pace; chiedono al nuovo Governo: – che sia finalmente data piena attuazione alla L. 230/98, in particolare con l’approvazione dei due regolamenti di gestione amministrativa e disciplinare previsti dall’art art. 8 comma 2 lett. I) ed L) secondo le modalità previste dal comma 4 del medesimo articolo; – che la trasformazione dell’UNSC (Ufficio Nazionale del Servizio Civile) ad Agenzia nazionale del Servizio Civile, prevista dalla legge di riforma della Presidenza del Consiglio, sia tale da rafforzare la struttura per una corretta ed efficace gestione del servizio civile; – che si proceda alla rapida attuazione della L.64/01 che delega il Governo a emanare entro un anno i decreti legislativi necessari alla messa a regime del Servizio Civile Nazionale; – che venga previsto per il Servizio Civile un Fondo Nazionale adeguato, così da evitare il ricorso a provvedimenti indiscriminati ed automatici di dispensa che avvantaggiano solo le categorie sociali più informate; – che sia dato chiaro segnale dell’interesse dello Stato per il nuovo Istituto del Servizio Civile così da proporre ai nuovi cittadini, uomini e donne, un tempo della propria vita dedicato al servizio del bene comune e un’occasione per qualificare in senso solidale le future scelte personali, sociali e professionali.


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