Famiglia

Daghestan: ostaggio MSF liberato, nessun rimborso a Olanda per riscatto

MSF non vuole assumersi la responsabilità per una trattativa nel corso della quale non è stata interpellata

di Paolo Manzo

Medici senza frontiere (MSF) non rimborserà al governo olandese il milione di euro versati per ottenere la liberazione di Arjan Erkel, il capo missione della sezione svizzera di MSF in Daghestan, liberato lo scorso 11 aprile dopo 608 giorni di prigionia. Per l’organizzazione non governativa – che all’epoca della liberazione dell’olandese aveva dichiarato di non aver pagato alcun riscatto – l’Aja non ha esercitato pressioni sufficienti su Mosca per ottenere il rilascio di Erkel. La decisione di MSF verrà comunicata per iscritto al governo olandese, ha annunciato oggi l’organizzazione, precisando di non voler assumere la responsabilità per una trattativa nel corso della quale non è stata interpellata. ”È escluso che paghiamo la fattura”, ha detto all’agenzia di stampa svizzera Ats Michel Clerc, responsabile della comunicazione per MSF Svizzera. Secondo MSF, la responsabilità principale è di Mosca. ”L’inchiesta ufficiale condotta dalla Federazione russa è stata ostacolata, ritardata e addirittura bloccata per sei mesi”, indica l’organizzazione in una nota. Il governo russo era tenuto a garantire – secondo la risoluzione 1502 dell’ONU – la sicurezza del personale umanitario, e la stessa risoluzione obbliga Mosca a fare in modo che reati di questo genere non rimangano impuniti. Ma MSF condanna anche ”l’inattività” della quale ha dato prova l’Aia durante i 20 mesi del sequestro. ”L’Olanda non ha mai fatto ricorso a pressioni politiche verso Mosca per liberare Arjan Erkel”, ha affermato Clerc, secondo cui l’Olanda si è limitata ad utilizzare i canali diplomatici. MSF per contro si è assunta tutte le sue responsabilità, esercitando una pressione ”enorme” e impegnandosi anche finanziariamente, sottolinea la nota. L’organizzazione ha ad esempio depositato diversi mesi fa 250.000 euro presso l’ambasciata olandese a Mosca in previsione del pagamento di un eventuale riscatto: ”Ora vogliamo indietro questo denaro”, ha affermato Clerc. Recentemente il governo dell’Aia ha chiesto a MSF di rimborsare la somma versata per la liberazione di Erkel, capo missione della sezione svizzera di MSF. Un mese dopo il rilascio dell’olandese, il direttore generale di MSF Svizzera aveva proposto un compromesso: MSF si sarebbe assunta il 50% dei costi sostenuti. L’offerta era in seguito stata ritirata dal MSF International. Le condizioni precise della liberazione di Erkel sono tuttora sconosciute: ufficialmente è stato rilasciato nel corso di ”un’operazione speciale” della polizia e delle forze speciali russe e daghestane. Il delegato era stato rapito da tre uomini armati mentre era in missione umanitaria per aiutare i profughi ceceni che sconfinavano nel Daghestan, una delle repubbliche costituenti la Federazione Russa, situata sulla costa occidentale del Mar Caspio e che conta una popolazione di due milioni di abitanti.


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