Politica

Dacrema: «Tsipras non ha chance. Vincerà l’ideologia della moneta»

L'economista vede un solo esito nel braccio di ferro con la Troika. «Ho un debole per i deboli e spero che il governo ellenico la spunti. Ma non ci credo. Una sua vittoria sarebbe la dimostrazione che la moneta e la contabilità possono saltare. Cioè che la regola del denaro, secondo cui ogni passo ha un prezzo, non è sempre valida. E questo fa paura»

di Lorenzo Maria Alvaro

Sono giorni frenetici. Dall'elezioni di Alexis Tsipras al governo greco non c'è giorno in cui non si rinnovi sui giornali il braccio di ferro tra Syriza e la Troika europea. La Grecia vuole rinegoziare il proprio debito, oltre che modi e tempi di pagamento. L'Europa dell'austerità invece tiene duro. Chi la spunterà? Lo abbiamo chiesto all'economista Pierangelo Dacrema.

 

Come vede il braccio di ferro tra troika e Tsipras?
Ho un debole per i deboli. La Germania sta facendo la voce grossa da ormai troppi anni. Detto questo dubito che la Grecia possa vincere questo braccio di ferro. Un contendere che in realtà vale pochi soldi,  non dimentichiamoci che il debito vale infatti poco più di 300 miliardi che è una cifra che l’Europa può tranquillamente sostenere qualunque cosa accada.

Perché è pessimista?
Il motivo è che al centro di questa contesa non c’è il debito greco ma  un principio. La moneta è fatta di contabilità. Nel momento in cui si scopre che la contabilità può saltare si scopre che la moneta può saltare. Quindi si mette in discussione la regola del denaro che è: nessun passo è gratis. Il rischio è che saltando la regla salti l’ideologia del denaro. E questo fa paura ai rigidi tutori della salvaguardia di questa ideologia.  

Anche in Germania c’è chi critica le politiche di Merkel…
Sì, e fa bene Joschka Fischer a dire che la Merkel sta distruggendo l'Europa vera, quella non dei soldi ma della grande politica. La Merkel infatti dimentica che se non si fosse dimezzato il debito di guerra della Germania il Paese non avrebbe potuto partecipare ai boom economici e diventare quello che è diventato. Gli abbuoni economici la Germania li ha avuti e quando non li ha avuti ha dato vita al Nazismo.

Intende dire che anche in Grecia, se l’Europa non dovesse tendere una mano, c’è il rischio che la situazione precipiti?
È chiaro che la Grecia non potrà mai avere il ruolo politico ed economico della Germania ma è certo che se si fa ristagnare questo tipo di situazioni si rischia di far crescere posizioni non solo anti europee ma anche più aggressive. Non si deve mai dimenticare la storia.

C’è anche da dire che di soluzioni politiche non sembrano essercene tante…
Ormai la politica è solo denaro. Si è ridotta all’avere o meno i soldi. I soldi sono il problema e la soluzione del problema. Questo immiserimento della politica è l'aspetto che fa più paura e che potrebbe far nascere situazioni incontenibili.

Sembra però che i popoli europei stiano chiedendo in qualche modo un cambiamento. Renzi in Italia, Tsipras in Grecia, Podemos in Spagna e Le Pen in Francia sono tutte espressioni della volontà di cambiare. È un dato positivo…
È vero. Che si ponga il problema in termini così acuti e drammatici coincide con un momento di grande riflessione, non c'è dubbio. Ed è positivo. Qualunque compromesso tra la rigidità delle regole Merkel e le posizioni di Tsipras sarebbe benvenuto. Trasformerebbe un momento drammatico in un progresso. Ma sperare che il braccio di ferro possa essere vinto dalla Grecia mi sembra comunque poco credibile.

Quale sarebbe la soluzione migliore a suo parere?
La scelta giusta sarebbe abbonare il 50% del debito greco. Tsipras firmerebbe ad occhi chiusi, si darebbe una risposta concreta ai popoli e l'Europa potrebbe tranquillamente sostenere il colpo dal punto di vista economico. Ma il problema non è economico, lo ripeto, è ideologico.

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