Mondo

Da Porto Alegre parla Heidi Giuliani

Dietro la manifestazione i commenti dei partecipanti al Forum sociale mondiale direttamente da Porto Alegre dal nostro corrispondente brasiliano Ivan Guimaraes. Le parole di Heidi Giuliani

di Ivan Guimaraes

PORTO ALEGRE – Tra le migliaia di partecipanti di ogni angolo del pianeta, serpeggia una curiosa miscela di sentimenti: da un lato allegria e festosità e, dall?altro, preoccupazione e ansietà. In un caso si celebra, con spirito molto giovanile, il ?raduno?, vissuto come un momento di aggregazione, e nell?altro, si manifestano le angosce sulla situazione del mondo, in particolare del Terzo mondo. ?Siamo tanti ma siamo deboli?, ci dice Juan Escobar, avvocato del Cile e aggiunge: ?Loro (ndr il Foro Economico in svolgimento a New York) sono pochi ma potenti?. Accanto ai nostri microfoni, una religiosa italio-brasiliana della ?Consolata?, Suor Paolo, ribatte: ?Perciò facciamo il nostro Forum quando i ricchi s?incontrano a New York; ci vogliamo contrapporre a loro simbolicamente. Vogliamo dire: anche noi possiamo diventare potenti?. È un progetto che sembra essere condiviso molto seriamente da tutti, più di 50mila. L?agenda principale è perentoria ed impegnativa: accesso alla ricchezza e sostenibilità dello sviluppo, produzione/consumo della ricchezza, società civile e diritti, potere politico ed etica. Non solo. Nei due grandi seminari previsti (“Indagine preliminare sul capitalismo” e “Un mondo senza guerra è possibile”) daranno un proprio autorevole contributo nomi come Naomi Klein, Noam Chomsky, Sebastiao Salgano, José Saramago, Rigoberta Mechù, Adolfo Pérez Esquivel. Ad ogni modo, per tutti, la parola d?ordine è una sola: dimostrare che esistono proposte alternative alla globalizzazione conosciuta sino ad oggi e sono progetti fattibile e costruttivi. Un momento toccante Giovedì 31 gennaio, alla presenza della madre del giovane italiano, Carlo Giuliani, ucciso durante gli scontri a Genova con motivo del G/8 (20 luglio 2001), è stato aperto ufficialmente il «IIº campeggio intercontinentale della gioventù», con più di 5mila tende per 12mila persone. La gigantesca tendopoli è stata dedicata a Carlo, e il suo nome è stato ripetuto in coro da migliaia giovani, mentre il Vice Sindaco di Porto Alegre, Joao Verne, gridava al microfono: “Carlo Giuliani non è tra noi, è dentro di noi!?. Heidi Giuliani, la madre di Carlo, prese la parola mentre la città era sommersa da una pioggia tropicale violentissima, e nessuno si mosse. La volevano vedere ed ascoltare. ?Mio figlio, come ogni figlio, era meraviglioso e aveva i problemi, le angosce e le speranze di tutti i giovani dell?Italia e del mondo. Ad un certo punto ha smesso di studiare. Non sapeva ancora cosa voleva farne, come molti ragazzi che non hanno il problema della sopravvivenza, ma sentono profondamente il problema della sopravvivenza degli altri?. La madre di Carlo Giuliani ha chiuso le sue brevi parole leggendo ai presenti un poster che suo figlio aveva in casa e che dice: «Il tuo Cristo è giudeo, la tua macchina è giapponese, la tua pizza è italiana, il tuo caffè è brasiliano, la tua democrazia è greca, le tue vacanze sono turche, i tuoi numeri sono arabi, la tua scrittura è latina. E tu rimproveri al tuo vicino di essere uno straniero».


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