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Da Perugia: la Cecenia non è il fronte islamista d’Europa

Zainap Gachaeva dell'Associazione donne cecene racconta a vita la situazione del suo paese, e perchè non si tratta di terrorismo islamico

di Barbara Fabiani

“Volete vedere cosa porta reaggire con la violenza alla violenza ? Guardate il mio paese in che terribile tunnel di sangue è entrato” Zainap Gachaeva porta a pErugia la testimonianza di una popolazione civile oramai indiscriminatamente colpita da “ribelli” e “forze regolari”.
“Certo. Prima avevamo una situazione di tensione anche seria. Con rapimenti, non sempre sanguinosi per fortuna, con aggressioni ai militari e ai simboli istituzionli. Una situazione grave ma non c’era ancora la guerra come oggi”.

“Adesso la violenza è generalizzata e i civili sono quelli che soffrono più di tutti “, continua Gacheva che è parla a nome di due associazioni, quella delle Donne del caucaso del nord e quella delle madri, che raggruppa sia donne cecene che russe.
“Terrorismo? che cosa è terrorismo vi chiedo. Dei miliatri che dovrebbero fare distinzione tra il nemico e la popolazione civile e che invece agiscono indiscrimintamente e arbitrariamente non è anche questo terrorismo?”
“Non bisogna dare ascolto a chi vuole convincere lopinione internazionale che in Cecenia si sta combattendo una guerra di religione in nome dell’islam.
Il popolo ceceno non è mai stato islamista radicale nè ci sono sentimenti verso questa direzione”, aggiunge Gachaeva che veste come farebbe qualunque donna occidentale.
L’associazione che questa donna dirige nasce dall’esperienza delle donne e del madri cecene che hanno visto i loro figli morire in afganistan ed ora si battono per la pace insieme alle donne russe che oggi vedono partire i propi figli come soldati verso Grozny.

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