Welfare
Da oggi la guerra si sconfigge con gli areoplanini di carta
Un progetto del Darpa americano, in collaborazione con Otherlab, un’azienda di San Francisco ha progettato dei droni usa e getta di cartone per raggiungere zone in conflitto e portare generi di prima assistenza
Nell’era della tecnologia sfrenata torna di moda l’aeroplanino di carta. Immaginatevi il conflitto di di Aleppo o la Gaza assediata. O una qualunque altra situazione in cui sia impossibile muoversi, spostarsi o trasportare aiuti. Come trovare una soluzione? Con i cari e vecchi areoplanini.
L’idea è di Otherlab, un’azienda di San Francisco, che, finanziata dalla Defense advanced research projects agency (Darpa) americana ha progettato e realizzato dei droni di cartone.
Il materiale scelto non è, seppur sia reciclato, un modo per risparmiare o per risultare green. Risponde alla principale caratteristica per cui questi droni sono stati pensati: essere usa e getta. È evidente che un drone è di per sé molto costoso e, se usato in situazioni difficili, è molto complicato immaginare di farlo arrivare a destinazione e poi recuperarlo. Questi droni no: sono pensati per fare voli one shot, kamikaze. Arrivano consegnano la merce e si buttano.
I droni Apsara, questo il loro nome, sono geniali: vengono prodotti soprattutto con cartone e nastro da imballaggi, con pochi semplici elementi di hardware, come un sistema Gps, batterie e piccoli server. Questo piccolo cuore elettronico aiuta l’aereo di cartone ad atterrare sul suo bersaglio. Una volta portato a destinazione il loro prezioso carico i droni, privi di eliche, che pesano 2,2 libbre e sono lunghi un metro, si disintegrano.
Mikell Taylor, leader del team Everfly di Otherlab, che si occupa propria del progetto, spiega che sono stati realizzati molti prototipi «utilizzando cartone con curve e forme molto precise e l’esperienza ci ha aiutato enormemente con il design dei droni Apsara. È come l’Ikea di droni: si presenta come un flat-pack con un mucchio di fogli di cartone che sono stati tagliati con il laser e, dopo averli fatti, si possono piegare quando si è pronti per partire. Sono facili da montare, basta del nastro per metterli insieme».
Sono progettati per essere lanciati da un aereo in volo e Otherlab assicura che possono percorrere fino a 150 chilometri e atterrare entro un raggio di soli 10 metri dal loro bersaglio. I droni sono molto efficienti, con un ottimo rapporto di planata, da più alto li si fanno cadere e più sono in grado di andare lontano.
Otherlab ha sperimentato diverse tecniche di atterraggio, ma per ora, ha optato per quella a spirale per un atterraggio di fortuna controllato. Dato che i droni sono stati progettati per essere usa e getta,un impatto che li danneggi è perfettamente accettabile, a patto che non comprometta il carico utile. Una volta che hanno consegnano il loro carico di circa un Kg, possono essere abbandonati e si degradano scompaiono da soli. Ackerman sottolinea che la Darpa sta finanziando un altro programma per realizzare anche la componente elettronica degli aerei di cartone che sparisca o si degradi proprio come il drone usa e getta.
Gli aereoplanini di cartone potrebbero essere solo la prima fase di uno sviluppo di droni biodegradabili: Otherlab intende usare il micelio dei funghi per realizzare droni con una risorsa rinnovabile, realizzando mini-aerei che scompaiono ancora più rapidamente dopo il loro utilizzo e dopo aver portato a termine il lavoro.
Un progetto che rende possibile da oggi mandare aiuti, medicine e generi di prima necessità in zone fino ad ora irraggiungibili, salvando vite umane.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.