Povertà

Da Monza a Nardò il Pasto sospeso fa scuola e diventa tecnologico

Nata otto anni fa in Brianza l'iniziativa è diventata un modello replicabile. Ideata dalla Società San Vincenzo De Paoli con il supporto del locale Rotary Club coinvolgendo i clienti dei ristoranti locali ha distribuito 23mila pasti. A Cantù (Co) la donazione ora è anche digitale, mentre pensando ai bambini arriva il "Latte sospeso" per il locale Centro di aiuto alla Vita

di Arianna Monticelli

Il gesto di aiutare a tavola, attraverso il cibo, per meglio rappresentare il senso comunitario del prendersi cura di chi si trova in difficoltà. Si sono immaginati proprio questo gli ideatori del “Pasto sospeso” nel proporre ai ristoranti di farsi tramite per invitare i clienti a una donazione legata a un pranzo o a una cena fuori casa e sostenere così realtà del territorio che accolgono, con un pasto caldo, chi ha più bisogno: dare con gusto ancora più valore alla condivisione del cibo.

Da iniziativa solidale a modello replicato in tutta Italia

Oggi, a distanza di 8 anni, l’iniziativa nata a Monza non solo funziona ma è diventata un modello che è stato replicato in altre città, da Cremona a Lodi, da Cantù (Como) a Nardò, in Puglia. A breve il format sarà anche a Mantova e continua a suscitare interesse in tutta Italia.

I buoni a disposizione dei clienti del ristorante per effettuare la donazione

Le origini dell’iniziativa

L’iniziativa – che richiama l’idea del “caffè sospeso” partenopeo – nasce nel 2016 dalla Società san Vincenzo De Paoli di Monza, che gestisce l’asilo notturno della città da oltre 80 anni, supportata dal Rotary club Monza Villa Reale. E, dalla prima ora, sono proprio i rotariani a coordinare il progetto nel concreto e a coinvolgere gli esercizi commerciali della città, per promuovere attraverso loro una donazione dei clienti di 2 o 5 euro capace di coprire i costi di un pasto (5 euro) per le persone che si rivolgono alla struttura di accoglienza in situazioni di bisogno. Ogni giorno sono 120 i pasti messi a disposizione. 

Il concetto, ripreso nel logo, è quello del sorriso nel piatto. «Siamo davanti a un piatto di portata; contiene un volto sorridente contornato da mani, che appoggiano il piatto su una tovaglia a quadretti: è il simbolo dell’accoglienza», spiega l’avvocato Barbara Ferrari, attuale presidente Rotary club Villa Reale di Monza, tra gli ideatori della prima ora del progetto.

Barbara Ferrari, presidente del Rotary Club Villa Reale di Monza

«Il piatto è il legame tra il donatore e il fruitore del pasto e l’idea di creare questo filo diretto, tramite associazioni del territorio che si prendono cura delle persone, è proprio il concetto che ci ha spinti a dare vita al percorso. Oggi il modello funziona e non dobbiamo avere timore di dire che è anche perché qualcosa di solidale, una donazione, è stata pensata e strutturata come un modello manageriale, dove nulla viene lasciato al caso» sottolinea

Un marchio registrato

«Oggi abbiamo formalizzato una vera e propria licenza, ovviamente gratuita, per il logo Pasto sospeso» continua Ferrari. «Abbiamo registrato il marchio, per condividerlo con altre realtà Rotary che lo desiderano, ma al tempo stesso per avere la garanzia che il format venga riprodotto in maniera coerente».
«Siamo partiti dal coinvolgimento della ristorazione», precisa Ferrari, «poi in periodo Covid, abbiamo allargato la possibilità anche ad altre attività, che sono poi rimaste, perché a volte basta il gesto di lasciare il resto per aiutare chi ha più necessità». 

23mila pasti donati in otto anni a Monza

In 8 anni Monza ha registrato oltre 6.200 donazioni, con la distribuzione di 23mila pasti (circa 7 al giorno) a chi si rivolge alla mensa, per un valore di 116mila euro. I numeri e le donazioni sono costantemente in crescita.

C’è chi sceglie il ristorante proprio in base alla possibilità di poter contribuire. Il prossimo obiettivo è arrivare a 4mila pasti in un anno, per la copertura di circa 10 al giorno. 

L’iniziativa si è allargata con il tempo a 60 realtà, tra ristoranti ed altri esercizi, anche nel resto della Brianza. A fare breccia il funzionamento chiaro e immediato, con l’utilizzo di tessere dell’importo prescelto, che il cliente può prendere direttamente da un contenitore e consegnare al locale.

Come funziona

I locali sono segnalati con una vetrofania e una locandina informativa sul progetto e hanno a disposizione blocchetti di ricevute numerate per la certificazione delle donazioni. Segnalibri sono allegati al conto di un tavolo e il personale di sala può indossare pins dedicate e utili a incuriosire.

Il donatore può fare una o più donazioni di pasti sospesi. Poi quanto raccolto è interamente trasferito alla San Vincenzo – i costi del progetto sono sostenuti dal Rotary – grazie a un servizio di volontari RotarAct, che settimanalmente si recano nei locali aderenti. A garanzia della completa trasparenza, il donatore può verificare nel sito web dell’iniziativa (che viene aggiornato settimanalmente) sia le donazioni che sono state raccolte nei singoli ristoranti sia il numero di pasti erogati. 

Il progetto conquista nuovi luoghi

Intanto le realtà aderenti si allargano sempre di più: in questi giorni il Pasto sospeso è arrivato anche al botteghino del Teatro Manzoni di Monza (nella foto la proposta ai frequentatori del teatro).
Anche altrove, in poco tempo, il modello ha subito ottenuto risultati: a Cremona, in un anno, sempre grazie alla collaborazione tra San Vincenzo e Rotary, sono stati somministrati oltre 8mila pasti del valore di 5 euro.

A Trieste il progetto è recentissimo, dicembre 2024, e con Caritas diocesana, per un pasto che viene erogato nelle sue strutture e o direttamente al domicilio della persona in difficoltà.  

A Cantù si sperimenta il”Pasto sospeso 2.0″

A Cantù, dove il progetto vede uniti Rotary e Lions a sostegno dell’associazione Incontri – Mensa di solidarietà, è in fase di sperimentazione il passaggio dalla donazione cartacea a quella digitale con l’evoluzione di “Pasto Sospeso 2.0”: con un QR Code posizionato al centro del tavolo i clienti possono accedere rapidamente a tutte le informazioni sull’iniziativa e anche donare in maniera digitale e diretta all’associazione beneficiaria. 

Arriva il “Latte sospeso” per le neo mamme

Ma c’è di più. A Monza è appena partito un progetto analogo dedicato ai bambini, il “Latte sospeso”, che garantirà un sostegno alle neo-mamme (circa 150 all’anno) assistite dal Cav, Centro aiuto alla vita della città.
Ad ora una decina farmacie ha assicurato l’adesione: qui sarà possibile effettuare donazioni per acquistare il latte in polvere con la stessa modalità del “Pasto sospeso”.

In apertura photo by Marika Sartori on Unsplash – le altre immagini fornite dall’autrice

Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?

Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it