Volontariato

Da Latina Goodyear alla sbarra

Storie di aziende killer. E di famiglie coraggiose. 100 muoiono di tumore, altri 50 si ammalano. succede agli ex lavoratori di uno stabilimento laziale della Goodyear

di Francesco Agresti

Cento morti sospette e almeno 50 ex dipendenti sottoposti a interventi chirurgici nel tentativo di avere la meglio su tumori contratti negli ultimi anni. Tutti, per periodi più o meno lunghi, hanno lavorato nello stabilimento della Goodyear a Cisterna di Latina.
La multinazionale americana a marzo 2000 ha deciso di chiudere lo stabilimento; ad aprile si è costituita un?associazione di familiari di ex dipendenti. I legali dell?associazione hanno presentato alla procura della Repubblica di Latina una denuncia per omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime. I magistrati avrebbero avviato un?indagine su otto persone tra ex presidenti della società e responsabili della sicurezza dei luoghi di lavoro. Secondo l?accusa, i lavoratori avrebbero contratto i tumori a causa del mancato rispetto della normativa sulla sicurezza. I legali dell?associazione affermano che in un reparto, il Banbury, fino al 1978 i lavoratori sarebbero stati esposti a sostanze cancerogene; nel ?77 un esame dell?Enpi certificò una rilevante esposizione ad agenti chimici, confermata nel ?78 dall?università Cattolica di Roma.
Lo stesso anno la procura sequestrò il reparto. Sostanze potenzialmente cancerogene erano presenti in gran parte dello stabilimento. Gli spazzini del Banbury, che al termine di ogni turno ripulivano dalle polveri della lavorazione, erano dieci: nove sono deceduti per tumore, al decimo ne è stato diagnosticato uno. Alla Asl del capoluogo pontino sostengono che nell?aprile del ?95 la società presentò un piano di lavoro che la impegnava a coprire i 36mila metri quadrati di eternit in dieci anni, ma i medici del servizio sanitario ridussero il periodo a tre anni. Ad aprile 2000, la Asl di Latina affermò che gran parte delle pareti e della copertura non era stata né incapsulata né coperta.
Stando a quanto ha dichiarato Cesidio Spina, medico della Goodyear deceduto anni fa, nello stabilimento sarebbero circolate anche mazzette destinate ad alcuni rappresentanti sindacali. Uno di questi, in particolare, fu allontanato nel ?97 con l?accusa di aver intascato denaro da parte di fornitori; il denaro, invece, secondo il giudice del tribunale di Latina, Franco Catracchia, veniva pagato volontariamente dalla multinazionale.
Il medico descrisse nel testamento il meccanismo per pagare i rappresentanti sindacali. «Da anni», si legge nel suo testamento olografo, «sono stato pregato di pagare dietro indicazione del signor ? (cita il nome di un direttore del personale, ndr) il signor ? il quale mi è stato indicato quale mio unico ed esclusivo referente, per finanziare in nero i sindacati ? Tali importi sono arrivati a circa 100 milioni di lire nell?ultimo anno. I pagamenti avvenivano in posta con assegni intestati a me medesimo ? venivano da me consegnati personalmente al signor…; tale operazione avveniva normalmente tre o quattro giorni dopo il bonifico bancario della Goodyear. Gli assegni erano di due milioni mensili? Le rimanenti somme venivano pagate attraverso un?associata in partecipazione? ho sempre agito in buona fede seguendo le istruzioni della Goodyear».
Nel frattempo lo stabilimento è stato rilevato da due imprenditori che, col Comune di Cisterna, hanno dato vita alla Meccano Holding, che produrrà pneumatici e dovrebbe riassorbire 350 ex dipendenti Goodyear. Prima di riaprire i battenti, la Meccano dovrà bonificare il sito disinnescando la bomba ecologica con cui dipendenti e abitanti hanno convissuto per anni.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.