Non profit

Da Gates alla Montedison, la voce grossa del capitalismo

Il commento di Giuseppe Frangi

di Giuseppe Frangi

L?Occidente, cioè quella parte del mondo in cui abita il 16% della popolazione detenendo il 90% delle ricchezze, sta vivendo dinamiche davvero strane. Ad esempio ha portato il liberalismo al trionfo, dopo un sanguinoso e rischiosissimo mezzo secolo di Guerra fredda. Lo ha poi difeso dalla cultura statalista che ingessava la società. E ora lascia che il capitalismo selvaggio dei nuovi monopolisti, impuniti e non punibili, distrugga i principi fondanti di quello stesso liberalismo. Il fenomeno è paradossale: tanto da far paura al mensile patinato del capitalismo americano Fortune (un nome che è un programma), che ha titolato così l?assoluzione e il rilancio della Microsoft così: «Il ritorno della bestia». La bestia, per così dire, è quell?uomo geniale che ha nelle sue mani il 90% dei sistemi operativi montati sui computer e l?85% dei programmi di navigazione sul web: non fosse battuta abusata e culturalmente fuori luogo, si potrebbe parlare di percentuali bulgare. Questo grande monopolista ha conseguito il 70% di crescita in borsa quest?anno, in controtendenza rispetto al calo senza fine dei titoli tecnologici e della new economy. Il 28 giugno la Corte d?appello federale ha ribaltato la sentenza che avrebbe obbligato Microsoft allo smembramento, e riportato la querelle giudiziaria al livello di partenza. Certamente c?entra il fatto che alla casa Bianca non c?è più Clinton, che Bill Gates ha sostenuto la campagna elettorale di George W. Bush; ma forse il fenomeno ha nella politica una protagonista solo marginale. Nella realtà delle cose, è la macchina del grande capitalismo che si è rimessa in movimento, spegnendo sotto i suoi calcagni i fuochi fatui della new economy, e quell?illusione di libertà e di caos creativo che aveva portato con sé.
Il capitalismo, dopo aver usato del liberalismo come di una macchina ideologica per scardinare le culture stataliste, ora può riprendere la sua marcia, in autonomia, senza più regole né paletti. Lo stesso giorno della sentenza Microsoft, America on line, che press?a poco sta a Internet come Microsoft sta all?informatica, annunciava un rialzo del suo canone del 9%. E dire Aol significa dire Time Warner, cioè una società che gestisce uno strapotere sul fronte dell?informazione. Caso vuole che anche nella piccola Italia avvenisse, in quei giorni, un fatto significativo: la Fiat, uscendo dal torpore, annunciava l?Opa su Montedison. Obiettivo: gestire in posizione dominante uno dei grandi mercati del futuro, quello dell?elettricità. Un?operazione assolutamente legittima ma giunta, guarda caso, a poche settimane dall?insediamento di Berlusconi a Palazzo Chigi. Un Berlusconi che si è mantenuto neutrale sull?affaire (eppure aveva il suo fedelissimo Ennio Doris nella posizione di assediato, in Mediobanca), perché l?alleanza con Agnelli gli ha garantito la piena legittimazione presso i poteri forti. E Agnelli, si sa, nella storia italiana è sinonimo di capitalismo assai più che di liberalismo.
Questi sommovimenti nelle sfere profonde del potere che conseguenze potrebbero avere a quei piani della vita che stanno a cuore di chi fa e di chi legge questo giornale? È presto per dirlo. Ma certo bisogna stare all?erta, perché tutti quei timidi ma importantissimi sintomi di una maggior centralità della società civile, non vengano soffocati o messi presto in archivio con qualche contentino. E il G8 sarà la prima occasione per capire se questo sta avvenendo o meno.

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