Economia

Da Bankitalia educazione finanziaria per i piccoli imprenditori

Presentato il programma della Banca centrale rivolto alla aziende di piccole dimensioni. Operativo dopo essere stato sperimentato, per circa un anno, in collaborazione con Confartigianato e Cna. Sono stati coinvolti circa 250 formatori e 3mila imprenditori

di Marco Marcocci

Cominciamo con una domanda: «Perché la cultura finanziaria dei piccoli imprenditori è importante?«. Le risposte possibili sono molteplici.

La prima, forse la più scontata, è che le competenze finanziarie dell’imprenditore tendono ad avere ricadute positive sull’azienda e, come dimostrano da diversi studi al riguardo, l’alfabetizzazione finanziaria degli imprenditori è collegata positivamente all’andamento aziendale sotto molteplici aspetti: relazione con le banche (e quindi accesso al credito), crescita del fatturato, qualità della reportistica e così via.

La seconda risposta, forse la più preoccupante, è che il livello delle competenze finanziarie dei piccoli imprenditori italiani, così come quello del resto della popolazione, è basso se considerato con riferimento al contesto produttivo nazionale. In un’indagine condotta nel 2021 dall’Ocse in 14 paesi è emerso che in Italia sono meno del 40 per cento i microimprenditori che hanno una cultura finanziaria adeguata e questo, calato sulla struttura produttiva del Paese, caratterizzata da piccole imprese, rende necessario investire sull’educazione finanziaria.

La terza risposta è che in uno scenario caratterizzato da un sistema finanziario, normativo e tecnologico in continua evoluzione, i piccoli imprenditori che hanno una cultura finanziaria inadeguata rischiano di non cogliere opportunità o, addirittura, di fare scelte sbagliate.

L’educazione finanziaria per i piccoli imprenditori è, quindi, importante e l’impegno in tal senso della Banca d’Italia si colloca con la funzione di tutela della clientela che la legge le assegna così come con le responsabilità in ambito di vigilanza, prudenziale e antiriciclaggio, che la Banca Centrale detiene.

Sono molti, quindi, i vantaggi che i piccoli imprenditori possono ottenere mediante il miglioramento delle competenze in ambito finanziario e soprattutto per questa ragione la Banca d’Italia ha sviluppato un percorso di educazione finanziaria ad hoc.

E questo è solo l’inizio, infatti, come ha sottolineato il vice direttore della Banca Centrale, Paolo Angelini, la banca è pronta ad allargare la partecipazione al programma ad altre associazioni o enti interessati, oltre a Confartigianato e Cna ed è disponibile “a valutare l’opportunità di ampliare il novero dei temi trattati in funzione della domanda che proverrà dalle associazioni e dagli imprenditori” introducendo, ad esempio, argomenti estremamente attuali quali la sostenibilità, la sicurezza informatica e le coperture assicurative per le imprese.

Il commento conclusivo del vice-direttore è sin troppo chiaro: «Le nostre aziende stanno dando prova di grande vitalità; lo vediamo dal modo in cui hanno reagito alla crisi pandemica e da come stanno affrontando le conseguenze del conflitto in Ucraina. La diffusa imprenditorialità del nostro paese rappresenta un patrimonio che va non solo difeso, ma anche coltivato. Fornire ai piccoli imprenditori gli strumenti per rafforzare le proprie competenze manageriali è un investimento sul potenziale di crescita della nostra economia, un investimento sul futuro. Con questo programma di educazione finanziaria anche noi, in Banca d’Italia, vogliamo fare la nostra parte».

Avanti con l’educazione finanziaria!

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