Non profit

D’Alema non fare Bismarck

Il monito del ministro Amato. «Il cancelliere tedesco fu il primo a intuire l’antagonismo dei corpi intermedi, e li assorbì nello Stato. Che non tocchi alla sinistra difenderlo»

di Redazione

Una lunga battaglia arrivata a una tappa davvero decisiva. La petizione a favore della sussidiarietà promossa da oltre 500 associazioni della società civile ha raccolto 1 milione di firme, che il 2 dicembre sono state consegnate ai presidenti di Camera e Senato, Violante e Mancino. Subito dopo, in un convegno organizzato dalla Compagnia delle Opere, molti esponenti politici italiani si sono succeduti sul palco dell?hotel Excelsior per dire la loro sulla sussidiarietà. ?Vita? era lì per cogliere alcuni passaggi significativi, che vi proponiamo, anche considerata la scarsa attenzione riservata dalla stampa nazionale al vero significato di questo importante appuntamento. Il presidente del Senato Nicola Mancino ha detto tra l?altro: «Non è più sostenibile l?idea di uno Stato gestore ed erogatore di tutti i servizi di pubblica utilità. La progettazione e la gestione dei servizi dovranno passare attraverso una stretta complementarietà tra pubblico e privato… Dovranno essere riconosciute alla sfera pubblica possibilità effettive di controllare la qualità sociale dei servizi, al settore privato l?autonomia e l?esercizio anche remunerato del ruolo gestionale che è in grado di assolvere». Un po? vago, ma ci stiamo avvicinando. Più preciso e circostanziato è stato l?intervento del presidente Violante, che ha sottolineato la necessità di stringere un nuovo patto civile tra società e Stato. «La sussidiarietà non è né di destra né di sinistra», ha detto Luciano Violante. «Forse è per questo che – purtroppo – nessuno la sposa, nessuno la considera tanto irrinunciabile da impiegarci le proprie energie politiche. Ma se posso azzardare un suggerimento direi che un tema come questo dovrebbe entrare un po? di più nella carne e nel sangue del Parlamento, dentro il lavoro stesso delle istituzioni e non oltre esse. Quindi perché non monitorate da vicino ogni legge, ogni provvedimento del governo rivolgendovi ai promotori per cercare di far entrare la sussidiarietà in ogni fibra del nostro ordinamento? Non occorre per forza attendere che venga ripreso in esame l?articolo 56 della Costituzione, e se questo non avvenisse?». Se non è un modo per lavarsene le mani (e non lo crediamo), certo la prospettiva suggerita da Violante potrebbe aprire nuovi varchi per l?affermazione della sussidiarietà in Italia. Infine il ministro per le Riforme costituzionali Giuliano Amato, ha tenuto una vera e propria lezione sul tema, ricca di approfondimenti e spunti interessanti. «Delle tante questioni che la vita quotidiana ci mette dinanzi», ha esordito il ministro, «Lo Stato e le sue istituzioni non ne incontrano quasi nessuna. Rispetto a quest?area gigantesca gli individui sono abbandonati a loro stessi. Ma chi è in grado di provvedere a se stesso? Se trasferissimo tutte le responsabilità allo Stato, sarebbe in grado di dare risposte? La sussidiarietà è la responsabilità di ciascuno di badare agli altri prima ancora che a se stesso» ha continuato Amato. «La libertà infatti si coniuga sempre con la responsabilità. Se la libertà non è riconoscimento dell?altro non è libertà, l?individualismo non è libertà. Mano a mano che lo Stato si ritira bisogna riconoscere quest?area della responsabilità. Bisogna fare un passo indietro a prima dell?Ottocento, perché è stato lo statalismo di Bismarck, a fine secolo scorso, a soffocare il mutualismo e la solidarietà dei cittadini. Fu Bismarck a inventare le istituzioni sociali dello Stato, perché aveva intuito la carica di antagonismo dei corpi sociali intermedi e li volle assorbire. Il fatto che i partiti popolari e di sinistra si trovino oggi a difendere le istituzioni bismarckiane è una vendetta della storia». Intesi? Presidente D?Alema, non sia bismarckiano. La campagna Promotore: Oltre 500 organizzazioni del Terzo settore e della società civile italiana Obiettivo: Introdurre nel dettato costituzionale il principio di sussidiarietà Hanno aderito: Raccolte 1 milione di firme, consegnate lo scorso 2 dicembre ai presidenti di Camera e Senato


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