Ricercatori americani hanno dimostrato come in pochi minuti, usando YouTube, Twitter ou Craigslist e incrociandone le informazioni, sia possobile ottenere l’indirizzo postale e reale di chi inserisce in anonimo contenuti o commenti. A rilevarlo, sono i ricercatori dell’l’International Computer Science Institute, un’organizzazione senza fini di lucro legata all’università californiana di Berkeley, che hanno condotto l’esperimento partendo da uno studio del cosiddetto “cybercasing”, ossia l’abuso a fini criminali di video, testi, fotografie e documenti.
Il primo studio sulla “geo-tagged information”, titolato Cybercasing the Joint. On the Privacy Implications of Geotagging è stato scritto da Gerald Friedland et Robin Sommer, e verrà presentato il prossimo 9 agosto a Washington, al workshop dell’Usenix. Nel lavoro, Friedland e Summer studiano l’impatto degli smartphone sull’evoluzione dei servizi on-line. Un mercato che rischia di diventare particolarmente appetibile anche per i nuovi pirati del “cybercasing”
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