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Cure palliative: rete inadeguata e troppo dolore

La legge 12 del 2001 sull'impiego di oppiacei nella terapia del dolore é gravemente inattuata. L'opinione del professor Oscar Corli e della dottoressa Daniela Cattaneo.

di Benedetta Verrini

In Italia le cure palliative per i malati di cancro sono insufficienti. La legge 12 del 2001 sull?impiego di oppiacei nella terapia del dolore è gravemente inattuata. I Centri per le cure palliative e i posti letto in hospice sono al di sotto delle necessità e concentrati solo nel Nord del Paese. Un quadro preoccupante, che coinvolge decine di migliaia di persone ogni anno, tracciato (la scorsa settimana a Milano nell?ambito di una tavola rotonda) dal professor Oscar Corli, specialista in terapia del dolore all?ospedale Buzzi, e dal professor Dino Amadori, oncologo dell?ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì. Vita ha fatto il punto con il professor Corli e con la dottoressa Daniela Cattaneo, direttore socio-sanitario dell?associazione Vidas. Il problema del dolore e delle cure palliative ha radici profonde e un destino ancora incerto. Ogni anno in Italia si registrano 270mila nuovi casi di cancro e 170mila persone ne muoiono, il 90% delle quali con una fase terminale che necessita di cure palliative. Ad averne bisogno sono dunque 150mila persone ogni anno, 22mila delle quali non hanno una famiglia che possa prendersi cura di loro e necessitano di ricovero in hospice. A fronte di questa, che appare una vera e propria emergenza, la rete italiana di assistenza e di terapia del dolore è profondamente inadeguata: negli ospedali italiani le Unità di cure palliative sono 186, insieme a 169 enti non profit. Gli hospice sono in tutto 50 (di cui ben 18 in Lombardia e la grande maggioranza nel Nord), con un totale di 410 posti letto. In Molise e in 20 province del Sud non c?è alcuna struttura di cure palliative. “Sia chiaro che ciò che è stato realizzato in questi anni, in sinergia con le associazioni non profit, in condizioni del tutto pionieristiche, è un vero miracolo”, premette il professor Corli, che ricorda come in Italia il tema delle cure palliative resta marginale, al punto che nelle università manca persino una scuola di specialità specifica. “La situazione della rete di assistenza, anche se non è disastrosa, resta profondamente incompleta. Come mai? Ad esempio, i fondi stanziati dalla legge 39 del 1999, circa 450 miliardi delle vecchie lire per realizzare un hospice in ogni provincia, non sono ancora arrivati alle Regioni. Quello che si è potuto fare, è stato reso possibile da stanziamenti specifici all?interno dei bilanci ospedalieri, da donazioni, da finanziamenti giunti dal non profit”. Un esempio dello straordinario impegno del non profit nel settore, è rappresentato dall?associazione Vidas che a Milano e provincia ha un?efficientissima rete di assistenza domiciliare gratuita ai malati terminali e sta realizzando un altro ambizioso progetto, la costruzione di un hospice in città per dare accoglienza ai malati terminali senza famiglia. “Condividiamo la necessità di realizzare una rete più adeguata: abbiamo circa 180 pazienti in assistenza ogni giorno, e ogni giorno per 18-20 di loro si apre il problema di trovare un posto letto”, dice la dottoressa Cattaneo. “Ma abbiamo un?altra grande preoccupazione. È quella che, al di là dei criteri di accreditamento, dei parametri numerici e funzionali fissati dalle pubbliche amministrazioni, si apra una riflessione concreta sulla qualità dell?accompagnamento. Non basta creare una struttura con un certo numero di posti letto e di personale. Serve gente preparata ad accompagnare il malato e la sua famiglia in questo doloroso percorso”. Dolore d?animo e dolore fisico. Anche su questo, “dalla legge sulla prescrizione degli oppioidi, approvata ormai due anni fa, quasi nulla è cambiato”. Il professor Corli ha valutato che il mercato di vendita del settore è rimasto del tutto invariato: 2.850.000 confezioni di farmaci oppioidi venduti nel 2000 e 2001, 3.050.000 pezzi venduti nel 2002. “Il problema è che resta, nella classe medica, una fortissima diffidenza a prescrivere questi farmaci. Ci sono enormi pregiudizi, come il paragone con le droghe, che andrebbero combattuti con una vasta campagna informativa sul territorio. A questo si aggiunga che la popolazione non è ben informata, non ha la consapevolezza che la cura del dolore è possibile ed è un diritto da pretendere”. Info: I numeri del problema Destinatari – I malati terminali di cancro, che ogni anno sono 170mila, il 90% dei quali, cioè 150mila, necessita di cure palliative e 22mila di ricovero in hospice. Rete – Le Unità di cure palliative negli ospedali sono 186, insieme a 169 enti non profit. Gli hospice sono 50 con una capienza di 410 posti letto. I dati aggiornati sono sul sito dell?Osservatorio italiano cure palliative: Osservatorio Italiano Cure Palliative Dove se ne è parlato – A Milano, il 28 gennaio, nell?ambito di una tavola rotonda sul ruolo dell?industria privata nelle cure palliative, dove è stato presentato Il libro italiano di cure palliative realizzato per iniziativa di Elan Pharma. SICP


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